ALBERI DI DANIELE SALVATI, SETTE MOVIMENTI DI SETTE MINUTI

Di Davide Agrò

Uscito per la Blue Spiral Records, Alberi è il nuovo album di Daniele Salvati. Un disco di musica elettronica sperimentale, composto da sette movimenti di sette minuti ciascuno.

Il bizzarro e coraggioso viaggio sonoro inizia con I, dove il suono e le sue diramazioni sono lunghe e spaziali. La sua evoluzione, lenta e inesorabile, viene accompagnata al terzo minuto da note quasi cantabili che prendono il sopravvento sulla trama sonora. Il viaggio evolutivo continua e le due parti si fondono e si innestano una dentro l’altra. Un po’ anni ‘80, quasi a strizzare l’occhio al synth, II si presenta con un sound d’altri tempi. Vivo e in continuo movimento, corre a da una parte all’altra disegnando uno spazio tridimensionale.

Al movimento III segue un suono quasi sinusoidale, che va contaminandosi con altre frequenza sullo sfondo. Se ne può apprezzare l’evoluzione sonora e timbrica in cuffia, dov’è possibile notare tutte le più piccole e impercettibili sfaccettature. Più delicato e sottile IV. La sua lenta evoluzione lo porta alla totale disgregazione, per giungere in fondo al rumore bianco finale. Quasi come una fenice, il V movimento sembra voler rinascere dalle ceneri del suo predecessore evolvendosi con più rapidità ed enfasi, in un impeto sonoro concreto e palpabile. Il processo sonoro è veloce e se ne può apprezzare il cambiamento ogni minuto che passa.

Metallico e striato, VI appare freddo e spettrale. I suoni lunghi e ansiogeni non lasciano spazio alla rilassatezza, ma al contrario si intensificano e infittiscono. Negli ultimi minuti sembrano scomparire e rimanere nell’ombra, costanti e presenti come se aspettassero il momento giusto per rientrare in scena. L’ultimo movimento, VII, ricorda il passaggio da una frequenza radio ad un’altra, circondata dal rumore bianco che lentamente assale il protagonista sonoro, inglobandolo ad esso.

Sperimentale di certo, ma nemmeno poi così lontano dal grande pubblico. Si presenta così Alberi, il nuovo album di Daniele Salvati, dove alcune idee spaziali ed evoluzioni sonore sono apprezzabili anche dai non addetti ai lavori.

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