UTO’PIANS, PIANISTI RIUNITI A SOSTEGNO DEL PIANETA

“Uto’Pians, piano collection vol. 1” è una raccolta di brani per pianoforte curata da Jordane Tumarinson, che esce sotto l’etichetta Blue Spiral Records.

Parte dei ricavati sarà donata a La Senda Verde Animal Sanctuary, santuario della fauna selvatica situato alla fine della strada della morte negli Yungas di La Paz, in Bolivia. Composta da quattordici tracce di artisti differenti, l’album si presenta con un affascinante artwork in copertina, raffigurante un albero all’orizzonte, dal colore amaranto.

“Safe here” è la prima traccia del compositore e pianista Erik Slättberg, dal sapore pop estremamente orecchiabile che, grazie al suo ritmo ternario, sembra quasi invitarci ad una sorta di giostra sonora. Delicato e preciso il brano si conclude in quattro minuti. Da una piccola isola del Canada, Sharon Lynn Makarenko ci fa ascoltare “Elysian”, brano lento e malinconico, curiosamente ricco di risonanze sulle frequenze alte – credo prodotte da un uso intenso del riverbero – caratteristica di molti brani della stessa pianista. “Ad ethereal” di Carlos Hof ci stupisce dopo il primo minuto e mezzo con un finale elettronico che accompagna il pianoforte con drums machine e synth, restituendo un prodotto che si discosta dal mood dei brani precedenti e conquista l’attenzione.

Dalla Lettonia Aija Alsina con “What kind of world” ci propone un intro di poche note ribattute, seguite dal tema principale, questa volta accompagnato dalla mano sinistra. Brano molto semplice ma estremamente melodico, oserei dire “cinematografico”. Jordane Tumarinson, di origine francese, ci regala “Birth”, intenso e vorticoso. Quattro minuti che non stancano, pieni di nuove idee musicali e accompagnati da un’azzeccatissima dinamica, con un finale dal ritmo più lento che conclude dolcemente il brano. Si rimane ancora in Francia con Armel Dupas e la sua romantica “La valeur de l’air”, una ballad che strizza l’occhio al jazz più melodico.

Tutto italiano invece il talento di Dario Crisman con “Everything changes”, un brano molto classico, ricco di note, che non dà tregua per tre minuti e mezzo. Mentre dall’altra parte del globo, con “Stella alpina”, Rebecca Jean Rossi dagli Stati Uniti ci regala un pezzo intenso, pieno di crescendo e melodico. Curiosissimo “Neighbors” di Kōya Ogata & Wataru Sato, che inseriscono al fianco del pianoforte un suono che ricorda un flauto ed effetti simili a cinguettii di uccelli. Semplice ma d’effetto. “Diamond sky” di Pavel Fedorov, frizzante e movimentato brano del compositore russo, ci regala tre minuti e mezzo che richiamano sicuramente una forte conoscenza classica del pianoforte e un amore per il minimalismo.

Emiliana Prcik suona una delicatissima “Flowers in the rain”, brano sognante che a tratti sembra imitare la pioggia stessa. “Earth”, lenta e ricca di effetti, è invece una composizione dell’italiano Manuel Zito. Quasi una ninna nanna, dolce e melodica, “Ges” di Lionel Scardino, giovane compositore argentino, lascia il campo alla prorompente “Behind the masks” di Shadoko, che irrompe dopo pochi secondi di pianoforte con percussioni elettroniche. La melodia si ripete quasi identica per tutto il brano con leggere armonizzazioni, accompagnata da pensanti colpi di cassa e synth. Brano d’effetto a chiudere questa raccolta.

 

 

“Uto’Pians” è un disco che regala molteplici emozioni, grazie alla grande varietà di artisti che intervengono a dipingerne il quadro sonoro. Il pianoforte, protagonista indiscusso a tratti accompagnato dall’elettronica, viene messo in campo a sostegno del pianeta e della natura, per un fine più alto. Un motivo in più per acquistare il disco.

 

Davide Agrò

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