THE SHAPES OF LOVE, LA FORZA INTIMISTICA DI PAOLO FANZAGA

Di Davide Agrò

Pianista e compositore, Paolo Fanzaga è anche il fondare dell’Accademia musicale di Treviglio. Impegnato, sia in ambito orchestrale che sinfonico e cinematografico, è autore di The shapes of love, il nuovo disco composto da dieci brani al pianoforte e violoncello sotto le ali protettive della Blue Spiral Records.

Percepiamo come dei timidi violini che sostengono un delicato fraseggio al pianoforte in Waiting to live, il primo brano di quasi tre minuti. Pacato e riflessivo, accompagna l’ascoltatore per mano nel suo viaggio musicale. Dichiaratamente una ninnananna, Lullaby for a cat riuscirà a farvi sorridere e coccolare. Quelli che sembrano archi accompagnano ancora una volta il pianoforte nella struggente melodia. Poche le dinamiche che si intervallano fra le varie fasi del brano, utili a dare un lento respiro, senza farvi perdere il dolce cullare.

Malinconica, a tratti dissonante, Silenzi si fa strada su una melodia cupa, con sprazzi dinamici al secondo minuto. Come a voler saltare fuori dal mix, per poi ritornare sui binari sonori originali. Veloce e molto orecchiabile, The lamp of invisible light gioca su un alternarsi dinamico, aiutato dal violoncello che ne esalta i forti nelle fasi più cupe. Una lenta evoluzione sonora contraddistingue Impara a volare. Le piccole variazioni sul tema principale si susseguono coadiuvate dal violoncello che si inserisce fin da subito.

In linea con le altre composizioni, pone la sua forza in quell’inesorabile calma e rilassatezza. Alla traccia numero sei troviamo Silent stars. Dal sapore pop, cinematografico, melodico, cantabile. Forse il brano più bello di tutto il disco. Intenso e veloce, So much remember strizza ancora una volta l’occhio alla melodia cantabile. Fraseggi veloci e pause consentono rapidi stop and go al suo ascolto, creando movimento e dinamicità. Anamnesi è il brano più lungo di tutto il disco. Cupo e intenso, si muove su timbriche a tratti aspre, in un lento cammino scandito dal pianoforte. Accordi che sembrano voler stare soli e archi che provano a cucirli assieme. Non sperimentale, ma ingegnoso e intelligente nel riuscire a creare un clima di pathos e malinconia.

Gracious soul poggia le sue fondamenta su un tema principale con piccole variazioni, continuando a definire le chiari intenzioni musicale dell’autore in fatto di struttura dei brani. Una breve introduzione conduce al tema principale di When the evening comes, l’ultima traccia, dove prende il sopravvento il violoncello scalzando per qualche istante il pianoforte. Breve e melodica, non disdegna pause e ripartenze giocando su piccoli fraseggi estremamente orecchiabili.

In definitiva, The shapes of love di Paolo Fanzaga pone la sua forza nell’intimistica espressione del suono in pochi e intelligenti fraseggi. Malinconico, a tratti cupo, non stanca e anzi permette all’ascoltatore di soffermarsi ancora un po’, per poterne cogliere ogni volta una nuova sfaccettatura.

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