SEMPITERNO, LE NOTE DI LUCE CHE PORTIAMO DENTRO

Esistente da sempre e per sempre. È questa la definizione di Sempiterno, il nuovo album di Oskar Tena, compositore e pianista di origine messicana che pubblica dieci composizioni originali per la Blue Spiral Records.

Suoni in reverse e tastiere, un’introduzione tutta elettronica quella di Bright. Un lento evolversi di suoni che strizzano l’occhio allo spazio profondo e viaggiano placidi per oltre cinque minuti.

Sempiterno è il secondo brano dell’album omonimo, dove possiamo ascoltare un inciso al pianoforte ripetuto, che lentamente muta e prende corpo fino ad un rallentato. Quasi al terzo minuto una nuova frase musicale, un nuovo tempo e un cambio di rotta del brano. Lento e ondoso ci culla fino alla fine.

Ancora suoni lunghi, echi ed elettronica in Fragile. Il pianoforte accompagna la melodia in un turbine sonoro che “respira”. Brano più breve rispetto ai precedenti, ma pieno di calore.

Riding for a feeling è una composizione più complessa. Una breve introduzione al pianoforte e una lenta contaminazione elettronica la portano a un più elaborato sound che comprende percussioni e suoni lunghi e stirati. Perfetta colonna sonora cinematografica, è varia e coinvolgente fino ad esplodere al terzo minuto con una autentica contaminazione pop.

A riportarci con i piedi per terra è Beyond, dal ritmo più teso. Una vena malinconica tra le note della melodia, senza mai cedere al romanticismo smielato. Al terzo minuto l’armonia sostenuta da archi innalza il brano portandolo in una sfera più angelica e leggera. È quasi felicità.

Suoni ribattuti e melodia attraversano Petrichor. Un lento crescendo che prende forma, come il cadere della pioggia e quel profumo che emana quando si posa sulla terra asciutta. Tre minuti che descrivono perfettamente in musica un’immagine, una sensazione che forse risulta ancora difficile spiegare con le sole parole.

Vita, settima traccia del disco, si apre all’ascolto con percussioni e una minimale melodia al pianoforte. Centellinata, lenta, cristallina. L’armonia non smette di essere presente, quando al secondo minuto il brano si prende il tempo per esternare più chiaramente il proprio discorso musicale, per poi fare ritorno alla sua prima forma embrionale.

Eternal light, suddivisa in I e II movimento, è una composizione toccante di pianoforte solo. Una cantabile melodia viene sciolta per due minuti senza pause, a un ritmo non troppo veloce per apprezzarne appieno ogni sfumatura. Il II movimento, più lento, coinvolge ancora una volta l’uso delle tastiere con suoni lunghi, romantici, mai smielati. Ci sentiamo trasportati in una sorta di suspense emotiva.

A chiudere questo interessante e variegato lavoro di Oskar Tena Disperse. Un’introduzione quasi robotica e la sua lenta evoluzione introducono a nuovi suoni. La metamorfosi è lenta ma naturale. Al terzo minuto piccole percussioni entrano in gioco, dove un lento crescendo fa spazio al suono del pianoforte e a profondi bassi. Splendida conclusione di un disco in cui viene mirabilmente ritratta la “luce che ogni essere umano porta dentro fin da quando siamo nati e che non dobbiamo mai spegnere”. Malinconico a tratti, ma estremamente vario, ogni brano porta in sé una propria originale personalità.

 

Davide Agrò

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