NEWDRESS, NUOVA VESTE MUSICALE IN STILE EIGHTIES

Immaginate di prendere dalla vostra cantina un polveroso DX7 e vestirlo di tutto punto per un live nel 2019. C’è ancora fame di anni ‘80 ai nostri giorni e i Newdress sono il piatto forte di questo ricco buffet.

Band bresciana formata da quattro elementi giunge alle nostre orecchie con l’ultimo progetto discografico, “LEIcontroLEI”, sotto l’etichetta Discipline di Garbo e Luca Urbani (distribuzione Believe Digital).

L’album vanta numerose collaborazioni tra cui Stefano Brandoni, chitarrista di Vecchioni e Renga; Antonio Aiazzi, storico tastierista dei Litfiba; Diego Galeri, batterista dei Timoria. Nulla è lasciato al caso, anche le illustrazioni dell’artwork del disco sono una sapiente armonia di vivaci colori dell’artista bresciana Giulia Rosa.

Le dieci tracce che compongono l’album sono incentrate su alcune curiose figure femminili, yin e yang, bianco e nero, positivo e negativo; donne del nostro tempo e del tempo passato, che hanno segnato la storia in modi differenti. Quello che sorprende in questo album è il sound. Tutto, in questo disco, ricorda gli anni ‘80, ma nulla suona come quel magico e lontano periodo. I suoni sono quelli, la cassa, il charlie, il basso, il groove. La mente vaga in idilliaci ricordi, “sento suonare distintamente il TR-808!”, questo pensiero rimbomba nelle orecchie (e forse è anche vero) ma il sapiente lavoro di mix e la cura di ogni singolo suono fanno sì che la pasta sonora sia un parto di sound moderno tutto classe 2019. Un’autentica e brillante contraddizione sonora.

Vacanza dark” è il primo brano della tracklist di questo lavoro. Dopo appena otto secondi di intro una voce calda e suadente scivola su una fitta trama di sintetizzatori; i testi interamente in italiano aiutano l’ascoltatore ad immedesimarsi nel personaggio e sorseggiare questo drink di sabbia sotto il sole cocente. Marilyn Monroe è invece la protagonista di “Oserdosing in L.A.” che si contraddistingue per il ritmo cadenzato scandito da una grossa e potente cassa.

Seguono “Pallida” e “Freelove dating”, un omaggio a Elizabeth Warren (la prima) e all’amore digitale (la seconda), fino a giungere all’attualissima “L’alieno e la bambina”, dedicato a Greta Thunberb, tanto chiacchierata in questo periodo di sensibilizzazione ambientale. Curiosa e interessante invece la traccia numero sei, “LEIcontroLEI”, che apre le danze con un sound che ricorda in qualche modo la dance anni ‘90, ma è solo un tiepido accenno; il brano ancora una volta è la conferma che stiamo ascoltando qualcosa che supera il concetto di periodo storico musicale.

Il testo racconta la storia di Eva e Lilith e la voce, questa volta più melodica, si lascia andare a ipnotizzanti armonie che entrano facilmente nella testa al primo ascolto. Il brano successivo si contraddistingue con la prestigiosa collaborazione di Antonio Aiazzi, che, tra synth e pianoforte, regala una preghiera a Joyce Lassu, partigiana, scrittrice e poetessa italiana. Anche in questo caso la voce, nel suo unico slancio melodico, ci regala un sorriso e un finale molto orecchiabile.

Amelia Earhart è la protagonista de “Il rumore di te” ed è sicuramente il brano più “pop” dell’intero lavoro. Le voci si intrecciano in copiosi delay e l’ambient dell’intero brano è meno cupo e dark, il ritornello sembra uscire da una hit moderna; l’effetto è assolutamente spiazzante e sicuramente dà un ampio respiro all’ascolto.

Dal testo leggero senza troppe pretese il penultimo brano, anche dal punto di vista sonoro: forse un escamotage ben congeniato per anticipare l’ultima traccia. Bolle di sapone” è un piccolo grande capolavoro. La batteria suonata da Diego Galeri è quello che, in gergo, decisamente poco elegante ma sicuramente incisivo, viene definito come “mazzate sui denti”: potenti, sonore, autentiche legnate. Dal testo alla melodia, al ritornello, fino al sintetizzatore che, al minuto 2:34, descrive egregiamente l’atmosfera dark; il tutto è ben orchestrato per creare un clima di paura e sgomento. Il brano ha come protagonista la serial killer italiana Leonarda Cianciulli e si conclude con un infinito ritornello accompagnato da rullate dall’animo decisamente rock.

Estasiato dalla maestria con la quale è stato curato ogni minimo suono, non posso far altro che consigliarvi di lasciare per qualche giorno i cari e vecchi vinili e provare a sentire cosa, nel 2019, sono capaci di fare i Newdress, artisti che si dedicano alla produzione di musica e testi degni di far parte della vostra playlist.

 

Davide Agrò

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