L’ELEGANTE IRONIA NELLA POETICA DI MIRKOEILCANE

Di Giandomenico Morabito

Pseudonimo di Mirko Mancini, l’artista romano Mirkoeilcane giunge al terzo disco della sua esperienza musicale e pubblica La musica contemporanea mi butta giù. A distanza di cinque anni dal precedente, un disco di cantautorato ironico ed elegante, un nuovo lavoro di inediti prodotto da Daniele “Il Mafio” Tortora e composto di dodici tracce.

Venissero a cercarmi qui è il primo tassello di quest’album, che si distingue per un’inflessione rock piuttosto ritmata e accessibile, infatti nei dintorni di una forma canzone fluida, infine per una testualità disincantata. Circa una storia s’adagia su un pianoforte struggente che si delinea nella soavità di parole d’amore toccanti.

Non mi ricordo più si caratterizza per una struttura decisamente pop leggiadra, seguendo un leitmotiv sul rapporto di coppia senza scadere nel melenso, anzi catturando per la sua propensione schietta. In equilibrio continua col pianoforte, accentuando la sintassi di un esistente patito.

Serie B assume una direttrice compositiva snella, esprimendosi nel focus di una narrazione stramba. Qui decifra nuovamente una concezione autoriale più che fruibile nella sua volontà di descrivere una passione perenne vissuta con lavorio emotivo. Da sottolineare la compresenza del dato orchestrale che suggella il pathos di questi brani.

Secondo Giobbe prevede la voce di Covatta per uno spoken colorito nei confronti di una parodia dissacrante e laica sulla miseria, nei dintorni del più concreto cabaret meridionale. Giovanni s’offre al cantautorato a firma MIrkoeilcane, ossia concedendosi in questo caso a una formula artistica sociale nella spiegazione di una realtà povera, giammai arrendevole.

Gesù è una preghiera sommessa che invero s’esplicita in un’invettiva a tuttotondo contro un immaginario che sovente sopprime l’uomo per mezzo dell’auctoritas varia. Il nipote di Giovanni ci regala uno sprint con il supporto della chitarra elettrica, dandoci uno sketch brioso.

Leggera si configura nella sua poeticità diretta e gentile, confermando una caratura personalissima. Infine, Caro amico ti scrivo si manifesta in un ritratto romano su un’affettività drammatica che identifica l’intero album per significanza etica. Disco consigliato.

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