LANGUORE, IL SOUND GENERAZIONALE DI IBISCO

Di Giandomenico Morabito

Seconda uscita discografica per il giovane emiliano Ibisco che, costruendo un prodotto fondato su liriche riflessive, mai banali, pubblica Languore (Virgin Music Italia).

Dentro, me è la prima track di questa raccolta, che si caratterizza per la sua inflessione intimistica. Qui Ibisco si cimenta in una composizione segnata da un piano delicato ed in generale da una miscellanea musicale del tutto contemporanea, che segna un passo di maturità importante per il nostro. Seduci si basa su un leitmotiv dalla struttura elettronica accattivante, che è qualificato dalla voce trascinante per un quadro interiore pregnante.

Vera è una song più che accessibile nella sua visione fluida e determinata per uno squarcio sentimentale tribolato. Albanera si fonda nuovamente su un lavoro di piano, che sorregge una narrazione esistenziale nel suo patimento romantico.

Languore è una slow song struggente, che si riflette su un lavorio emotivo profondo. Anche in questo caso, Ibisco canta con intensità, codificando una forma canzone che trova la sua significanza nell’agevole portato elettronico. Alcolicixbenzina assume una connotazione ritmica dance trascinante, che favorisce parole off in totale libertà.

K.O.E. si delinea nella sua allure scura, lasciando spazio a una concezione sonora coraggiosa in tempi di trap scoraggiante. È probabilmente questo il principale segno che percepiamo dalla musica di questo giovane in termini di fruizione. Dopah! ripromuove una certa idea di una vita cavalcata dall’eccesso descritto da una consapevolezza sottilmente amara.

In conclusione, Jane finisce è il suggello ultimo di una sospensione di un dolore viscerale, i cui anfratti sono colorati dal buio nero della notte inevitabilmente alienante. Disco che pennella una implosiva/esplosiva eruzione generazionale, che sfonda i limiti del conformismo attuale, uscendo fuori con assoluta coscienza dal “coro” mainstream.

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