GUNS AMARCORD IN LOOP, PARTE PRIMA

 

Guns N' Roses_musicaintornoSi aprono gli sportelli ed escono due ragazzi apparentemente sui 35, giubbotto di pelle, magliette pittoresche, capelli lunghi, fare scherzoso e un bisogno urgente di bere per passare la serata, serata nostalgica… Entrano e si accomodano come di solito al tavolo più appartato, quasi ad angolo nella fisionomia del locale. Due birre, un po’ di chiacchiere, alcune lettere digitate sulla tastiera. Il nome di un gruppo, un album, un salto all’indietro nel tempo. Il primo pezzo comincia a scorrere, siamo a Los Angeles. Le immagini della città si fondono insieme a un inizio cadenzato da una chitarra effettata con riverbero e delay, il riff evolve lentamente, poi si aggiunge una seconda chitarra, mentre il cantante, dopo un intro iniziale, esplodendo vocalmente e ritmicamente in simbiosi con gli strumenti attraverso un urlo – pura adrenalina quasi animale che rappresenta simbolicamente l’impatto con la città metropolitana e tentacolare – arriva al riff d’ingresso e inizia a cantare proprio con un fraseggio/sintagma che dà il titolo allo stesso brano… Welcome to the jungle.

Si continua con It’s so easy che inizia con un soffocante e ritmatissimo pattern di basso, a cui si aggiunge di seguito la batteria; tutto cresce in fieri in poche battute fino ad esplodere negli accordi iniziali, spina dorsale del brano. E poi ancora quattro colpi di cowbell, riff in la e inizia Nightrain a cui seguono Out ta get me, con il suo potentissimo riff iniziale e Mr. Brownstone che si caratterizza per un intro composto da un ritmo di batteria quasi tribale che accompagna una raffica di colpi di chitarra, cadenzati a ritmo di wah wah. Fino ad arrivare ad uno dei punti chiave dell’album, chitarra solista distorta con Slash in primo piano che, insieme alla batteria, accompagna, arpeggiando, un brano che diventa una potente e semplice sintesi, vero e proprio manifesto programmatico del gruppo di Los Angeles “Take me down to the Paradise City where the grass is green and the girls are pretty”. Poi finisce l’arpeggio, chitarra ritmica e solista entrano contemporaneamente ad accordi pieni e si uniscono insieme ad un fraseggio di synth di tastiera; poche battute, sino a quando progressivamente la chitarra solista, svisando, esplode infine (dopo un singolare fischio d’entrata di Axl) in sequenza dal punto di vista strutturale insieme alla seconda chitarra nel riff iniziale e centrale del brano. Si entra a Paradise City…

FINE PRIMA PARTE

Orazio Andrea Ricca

 

Axl-Slash 1987_musicaintorno

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