FOLLOW THE PINES, LA COLONNA SONORA DELL’OVEST AMERICANO

Statunitense dal cognome tutto italiano, Glenn Natale pubblica Follow the pines per la Blue Spiral Records, un album di musica minimal, ispirato al grande West americano.

La prima delle nove tracce che compongono il disco, Idaho rain, poco più di un minuto e mezzo, descrive la pioggia nello stato nord americano. Note accarezzate e veloci, leggere e sospese, che dipingono uno scenario malinconico.

Giocoso e allegro Flight of a joyful finch, brano a tratti veloce, dove non è difficile immaginare l’allegro volo di un piccolo pennuto, lasciandosi trasportare dalle volatine del pianoforte sulle note più acute. Dal sapore più intenso e meditativo Follow the pines. Il pianoforte sembra scandire una melodia simile ad un carillon, mentre la mano sinistra arpeggia su note più gravi.

L’influenza neoclassica, presente nella maggior parte dei brani, e ancora più intensa in Magical day, dove troviamo anche una leggera percussione ad accompagnare l’intera composizione. La melodia è dolce, dal vago ricordo natalizio.

 

Non solo pianoforte ma anche leggerissimi bordoni accompagnano In contemplation, lento dalla melodia cantabile. L’autore sembra non volersi dilungare troppo sullo sviluppo dei suoi brani che sono “più corti” di quanto ci si possa aspettare e che non lasciano spazio ad inutili ripetizioni, esaurendosi con il completamento quasi naturale del loro cammino sonoro.

Sunset lullaby è caratterizzato dal voicing su note molto acute, sempre attento a delineare una melodia orecchiabile. È forse il brano più pop dell’album.

La perla di questo lavoro prende il nome di I saw the light. Stupenda l’introduzione con pad elettronici che accompagnano l’acuta melodia di pianoforte e continuano ad avvolgere le lente note dello strumento. Il brano sembra essere l’estratto di una colonna sonora di un film romantico dal finale agrodolce.

In a dream sembra voler chiudere la sua lenta corsa già dopo il primo minuto, risorgendo in un guizzo pianistico di note veloci. Ancora una volta la spinta neoclassica prende il sopravvento. A chiudere l’opera It is you, un brano lento, dalla forte componente cantabile.

L’album di Glenn Natale, dalla fortissima influenza neoclassica, caratterizzato dall’uso frequente di note acute ed estremamente descrittive, non lascia spazio ad equivoci: denso, privo di fronzoli compositivi, arriva dritto all’ascoltatore.

 

Davide Agrò

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