Il secondo lavoro discografico del pugliese Salvo Mizzle è un album autoprodotto, uscito il 25 maggio 2016.
Dopo un’intro emblematica dal titolo “Cielinfrarossi”, si continua con “Cane morto”: simil-filastrocca dal significato un po’ “nascosto”, per finire con un sarcastico “W la guerra”. Un ego problematico emerge nella terza track, ossia la gradevole “Detestare”.
Nella successiva “Che stile” si può lodare il lavoro d’assemblaggio compositivo della band, in cui non è solo la chitarra a predominare (si notino infatti gli archi). Con “Un gran giorno” ascoltiamo un’allegra ballata dal testo frizzante. “E(‘)gelo/sia” è il sesto brano del cd: in questo caso, un testo malinconico permette a Mizzle ed amici d’esprimersi al loro meglio. “Sotto casa tua” è una canzone dal ritmo easy, comunque godibile. L’ulteriore “Mi tratti come se fossi…” si basa su un tappeto elettronico per poi esplodere su quello elettrico (il testo è ancora una volta leggero).
È il piano che permette a Mizzle di colorare di significato amoroso la struggente “Perpendicolare”. “Non è brutto ciò che è brutto ciò che è piace” lascia dire a un bambino quello che gli pare ed è un piacevole intermezzo. “Untitled” è una slow track dall’andamento triste, non per questo mancante di pregnanza. La finale “Solo alla morte c’è rimedio” è un inno pessimistico, in cui la voce di Mizzle dà il meglio. 11 minuti in cui è contenuta un’altra canzone, che sa di saluto auto-celebrativo, neanche irritante.
Alla fine dei conti, un buon album di cantautorato alternativo, se per alternativo intendiamo un progetto musicale che s’allontana con consapevolezza e rigore dagli stereotipi della musica convenzionale italiana.
Giandomenico Morabito