ANDREA BARONE, IN STILE SEVENTIES CAVALCANDO IL MOOG

Di Davide Agrò

Era il 1968 quando Wendy Carlos pubblicò Switched-on Bach, famosissimo album contenente opere di Bach e l’intero concerto brandeburghese n. 3 suonati con un sintetizzatore in multi traccia. Un’opera pionieristica, trasgressiva e rivoluzionaria, che aiutò a rendere famoso il moog. Classe 1983, Andrea Barone riprende quest’idea nel suo Pianosphere vol. I, il primo di due dischi, dove reinterpreta brani classici suonati in stile Seventies.

Otto tracce, la prima delle quali, Prelude in E minor (op. 28 n. 4) di Chopin, utilizza il sintetizzatore per la melodia e i pianoforti elettrici per l’armonia. Segue Dreaming di Schumann. In entrambi i casi la scelta del suono del sintetizzatore richiama un po’ quel sound vintage analogico di fine anni Settanta.

Più interessante Barcarola (op. 30 n. 6) di Mendelssohn, dove l’utilizzo di un suono simile ad un theremin echeggia quasi spiritico sugli accordi del pianoforte. Alla traccia numero quattro troviamo Des pas sur la neige di Debussy, con un sound sicuramente più pacato e meno incline alla sperimentazione.

Tutta un’altra musica invece per Rondò (op. 36 n. 5) di Clementi, dove possiamo sentire un tagliente sintetizzatore imitare un clavicembalo con la sua frizzante allegria. Suoni rotondi e carichi di riverbero in Consolation n. 3 di Lizt, che richiamano ancora una volta il sintetico dei Settanta.

Dal sapore gotico il sound scelto in Moonlight (adagio sostenuto) di Beethoveen, leggermente distorto ed echeggiante. Riflette in pieno il romanticismo e ne esalta il pathos. L’ultimo brano non poteva che essere un omaggio a Bach. Aria (Goldberg variations) richiama ancora una volta il sound del clavicembalo, ma questa volta meno frizzante e più solenne.

Divertente e non comune, un approccio moderno ma anche vintage, passando per i Settanta. Il tutto sapientemente confezionato e distribuito dalla Blue Spiral Records. Pianosphere vol. I di Andrea Barone è un album piacevolissimo da ascoltare, immaginando Bach – tra cavi e cuffie – tentare di trovare la giusta frequenza di taglio.

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