ALEA – SPLEENLESS

Alea01_musicaintornoIl sud si fa sentire e picchia forte grazie alla Luna Rossa Records. L’album d’esordio di Alea “Spleenless” è una scatola da aprire, ricca di sorprese, al cui interno si ritrovano parole e musica fuse insieme, che vanno a comporre un mondo nuovo.

Prende al primo ascolto, uno di quei dischi che ormai stentano a uscire. Slegato dai monotoni pragmatismi del pop italiano, vi sono la fuga contro il disagio esistenziale di una generazione ormai in declino; l’angoscia del futuro, ma anche la giocosità nelle dolci melodie e nelle musiche vintage e colorate.

Alea è autrice tanto dei testi, quanto delle musiche. Collaboratore d’eccezione è stato l’arrangiatore e pianista Pasquale Carrieri; nonché il fonico, missatore e realizzatore dei master Guglielmo Dimitri.

“Never better” è il singolo del disco e il brano di apertura. Il tema portante è il tempo. Riusciamo a guardarci indietro e capire se abbiamo scelto la giusta strada per capire chi siamo diventati oggi? Un brano dal sapore internazionale. “Never better than you… Maybe I was better…”

“Dentro me”, il secondo brano dell’album, altro non è se non una rivisitazione di un brano della stessa Alea, presentato al festival di Venezia 2012 insieme al cortometraggio Anna. Lounge a tratti, vintage in altri. Di altri tempi.

“Relais” è una traccia dal retrogusto blues, che scorre piacevolmente in cuffia. Molto belle le parti strumentali.

Il quarto brano “Musica” è uno dei più belli del disco. La voce è molto delicata e precisa. Si apre e si chiude, ed è interessante osservare come Alea giochi con le parole e la melodia. Un incastro decisamente magistrale. Dove non arrivano le parole arriva la musica, e viceversa.

Alea03_musicaintornoSi giunge così al quinto “Amore cercato” e alla sua fisarmonica nostalgica, che sembra emettere sorrisi. È un brano in dialetto, realizzato in collaborazione col padre. Un duo che funziona sin da subito. Una traccia che ti prende e che si apre dopo il primo minuto, in cerca dell’amore.

“Non c’è pace” è il brano in cui emerge tutto il cosiddetto “spleen”, definito come l’atteggiamento sentimentale caratterizzato da umore tetro e malinconico, insoddisfazione e noia, frequentemente rappresentato dagli scrittori romantici francesi e inglesi” e da cui Alea sembra prendere spesso spunto. “Non c’è pace in me”, in fin dei conti continua a ripetere.

“Miss celie’s blues” è una cover di un brano dell’85 dello storico Quincy Jones, personaggio celebre nel mondo della black music, che non fu solo arrangiatore, ma anche produttore e trombettista (di nicchia). Ottima la reinterpretazione di Alea.

L’ottavo “Motivetto” è il classico brano che chiunque potrebbe cantare, divertendosi mentre saltella per le vie della città. Una filastrocca musicale che fa venire voglia di ballare; un ascolto leggero e vivace.

“Cercando” chiude il disco. Un’immersione in un brano dalle forti influenze jazz, in cui l’autrice si confronta con l’incertezza del futuro, dall’alta cifra stilistica. Il mezzo soprano mette a frutto gli anni di studio musicali egregiamente.

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Non c’è che dire… l’album “Spleenless” è davvero intrigante ed evade dai classici stereotipi dai quali siamo bombardati quotidianamente. I brani hanno contenuti profondi, alcuni affrontati in maniera leggera, ma di quella leggerezza che non è mai superficiale. Alea gioca molto con la sua voce, di cui è pienamente padrona, e fa divertire divertendosi.

 

 

Marco Selvaggio

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