ACCETTA E CONTINUA, L’ISTRIONICA RUVIDEZZA DEI BACHI DA PIETRA

Di Giandomenico Morabito

Novità discografica di rilievo per il panorama musicale alternativo italiano. Con il nuovo album Accetta e continua i Bachi da pietra confermano una pregnanza particolare a livello testuale, proponendo una vis artistica istrionica a tuttotondo.

Meno male dà inizio a questo cd, offrendoci una panoramica sul business per una slow song che centra il bersaglio critico. Nel mio impero è caratterizzato da uno slancio ritmico diretto con un buon riffage chitarristico duro per parole in libertà. Mai fatto 31 varia la forma canzone di questa band, scegliendo una struttura elettronica, su cui si sposano liriche in vena d’assalto al cirkus del mainstream.

Buster Keaton ci fotografa lo stato d’arte 2023 dei Bachi da pietra: un altro pezzo lento per versi visionari. Un lampo e noi si colora di un’inflessione pesante sul piano compositivo, avviandoci verso scenari apocalittici.

Invano ci ricorda, se mai ce ne fosse stato bisogno, che i Bachi da pietra sono tre e che si fondano su un buon amalgama d’insieme, che si contorna di un’ottima sezione ritmica e da una chitarristica multiforme. Queste sono le basi del trio. Struggente nella sua caratura, il brano suddetto si qualifica nella sua chiave trance buia. Al belcanto persiste nella sua ipnosi stilistica: note originali che ci calano in una realtà sociale “cabaliana”, sulla scia scorniana.

Mussolini è un’invettiva su note di grande pathos, fornendoci uno dei top di questa raccolta di canzoni. Fuori c’è il vicino assume rilievi cinematici (Cronenberg?), lasciandoci cadere in un inferno da efferato thriller. La finale Accetta e continua è una track fantasmagorica, che sprofonda nella sua significanza criptica. La lucidità creativa dei Bachi da pietra 2023 è illuminante, primeggiando nello stormo della sovrapproduzione discografica attuale.

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