Se volete sbarcare in un luogo in cui sarete voi stessi quello che riuscirete a trovare, partite per Eusa. Un’isola risponde al nome bretone, un album omonimo al viaggio coinvolgente che state cercando. È un racconto musicale in dieci parti quello con cui il musicista francese Yann Tiersen ci invita alla scoperta, a cominciare dalla proposta: un libro di spartiti, dieci composizioni per pianoforte solo in luogo di un consueto progetto discografico. L’autore, che nei suoi canali ufficiali ha regalato la registrazione dal vivo della prima traccia, invita a conoscere le altre storie musicali così come poteva apparire logico solo un tempo: suonando. Ma non si cada per questo nell’errore di pensare il lavoro appannaggio di chi riesce a suonare: moltissime ed immediate interpretazioni possono scoprirsi caricate nella rete.
L’intento dichiarato dei brani è quello di descrivere taluni angoli della piccola isola nordica, straordinariamente incontaminata, battuta dal vento e temprata dalle onde dell’Atlantico. Con melodie limpide, semplici ma inafferrabili nella ciclicità delle strutture minimaliste, l’artista de Il favoloso mondo di Amèlie suggerisce esplorazioni senza tempo in un ritorno a quella malinconica intimità cara a lavori precedenti (Tabarly e Goodbye Lenin). Ad accompagnare le pagine, immagini e coordinate GPS delle località che danno il titolo ai pezzi. Tiersen, che a supporto dell’originale progetto ha anche lanciato un sito web con fotografie e registrazioni ambientali di Eusa, in questa idea di mappa vuole essere certo di raccontarsi bene nel suo ambiente e di convincere della validità del viaggio. Ci riesce? Scopritelo. Dopotutto, il momento in cui decidiamo di restare è lo stesso che possiamo in seguito riconoscere come quello in cui bisognava partire.
Giuseppe Sanalitro