TEO MAMMUCARI, LA VITA COME UN GRANDE PALCOSCENICO

Di Gino Morabito

Risate liberatorie, di quelle che ci affrancano dai nostri conflitti irrisolti regalandoci verità nascoste che talvolta non vogliamo vedere. Con dissacrante ironia e sano umorismo, Teo Mammucari porta in scena “Sarà capitato anche a voi”, il suo racconto che diventa storia comune alle vite degli altri.

Sul palco la goliardia di un rito collettivo, quasi catartico, grazie al quale potrebbe capitare di uscire dalla sala un po’ più consapevoli, alleggeriti. Forse, con uno sguardo diverso e più benevolo nei confronti di noi stessi.

Uno stand up in stile americano, diretto, che sta funzionando molto bene. Portare la verità in scena è una mossa vincente.

«Oggi non ci sono poi così tanti argomenti interessanti per divertire il pubblico e, toccando determinate tematiche, se non fai attenzione, rischi di offendere alcune categorie. Allora porto in scena la mia verità, il mio racconto. E, raccontandomi, succede che le altre persone si rispecchiano in alcune dinamiche, in alcune vicende, perché sono capitate anche a loro.»

Un mattatore che viene dalla strada di via della Magliana, cresciuto osservando la gente.

«Non ho mai assecondato le aspettative del pubblico. Si scadrebbe nel buonismo, attuando una strategia per ottenere l’applauso. Non scrivo storie divertenti. Racconto, invece, quello che a me fa molto ridere, anche con amarezza, riuscendo a trasmettere poi quella goliardia alle persone che ho davanti. E allora scatta la risata.»

Un mix esplosivo di esperienza vissuta e maturità artistica, frutto talvolta di inevitabili errori.

«Le cose che non rifarei sono proprio quelle che si sono rivelate più utili a capire, a rendermi più esperto. Gli errori diventano fondamentali nella vita di ognuno. Col senno di poi, ho fatto bene a sbagliare. Diversamente, non sarei cresciuto.»

Succede che un bel giorno ci si sveglia e si dice: “Basta! È arrivato il momento di voltare pagina. Quello che dovevo dare l’ho già dato.”.

«Mi è capitato più volte di lasciare dei programmi importanti per dedicarmi ad altro, così come ho fatto con Mediaset dopo tanti anni. Non è stato semplice, né indolore.»

Una scelta che richiede coraggio.

«Credo che in quest’ambiente, una volta arrivati a fare il lavoro che si desidera, serva coraggio per continuare sulla propria strada, a dispetto di tutto e tutti. Bisogna avere il coraggio, talvolta, anche di rinunciare, dicendo di no a quelle proposte che non sono nelle nostre corde, per concentrarsi esclusivamente su ciò che si ama.»

La parola d’ordine è passione, che fa rima con ambizione.

«Calco il palcoscenico per passione. Non è dipeso da una necessità economica, perché il teatro non paga bene come la televisione. Mi guida il forte desiderio di continuare a scoprire, sperimentare. Sono fondamentalmente una persona ambiziosa che si porta dietro il passato come un bagaglio di esperienze, ma con lo sguardo sempre rivolto al futuro.»

Dalla gavetta dei villaggi turistici alla credibilità costruita negli anni. Ma non ditegli che ha sfondato.

«Non si sfonda e si diventa qualcuno. Non funziona così. Il punto è, invece, da professionista collaudato, riuscire a mantenere quell’equilibrio e quel livello che hai raggiunto. E, se sei preparato a gestirlo, il successo poi arriva e ti accompagnerà nel tempo.»

www.musicaintorno.it

PDFStampa

Related posts