CECILIA SYRIA CIPRESSI, NEL SEGNO DI GABRIELLA FERRI

Di Gino Morabito

Non si è fatta mancare niente. A metà dei Novanta era una promessa sanremese, poi ha deciso di guardare avanti verso un futuro eclettico. Cantante e attrice, se c’è una cosa a cui ci ha abituati, è a non abituarci, facendo diventare ogni performance un mondo a sé.

Cecilia Cipressi porta in scena “Perché non canti più. Concerto spettacolo per Gabriella Ferri”. Con la regia di Pino Strabioli e la direzione musicale e chitarra classica di Massimo Germini, sarà in teatro fino al 20 aprile. Sul palco, ad accompagnare Syria, le tastiere e la fisarmonica di Josè Orlando Luciano.

Da una valigia rossa, l’omaggio a una delle artiste più camaleontiche e viscerali del panorama italiano.

«Non mi sogno di imitare Gabriella Ferri, tantomeno in scena. La sua è una scuola di vita, un teatro-canzone come quello di Gaber.»

La responsabilità di cantare la sua musica, di ricordarla con allegria, anche con un po’ di malinconia.

«Tutto il suo repertorio è poesia, e dava grande peso alle parole di ciascun testo. Da “Le mantellate” a “Grazie alla vita” o “Remedios”, fino a “Eulalia Torricelli”, era come se dicesse: “Ascoltate attentamente quello che vi sto raccontando.”.»

Una lezione che ha imparato dopo quasi trent’anni di carriera.

«Non tanto essere una virtuosa, quanto piuttosto comprendere che si possono raccontare le canzoni anche stando un po’ più seduti e cercando di attirare l’attenzione sulla narrazione.»

Un tributo fatto anche di monologhi, racconti, poesie. Tante sfumature diverse che rendono lo spettacolo piacevole e finalizzato a uno scopo.

«La mia missione è quella di ricordarla, con la speranza che anche il pubblico, una volta rientrato a casa, abbia voglia di continuare ad ascoltare la sua musica, o di scoprirla.»

Quando si fanno delle scelte più di nicchia, decidendo di rinunciare a quell’esposizione mediatica della televisione, ci si sente spesso ripetere perché non canti più.

«Questa domanda veniva rivolta alla Ferri in un periodo preciso della sua vita. La risposta che dava conclude lo spettacolo, ma non voglio anticipare il finale. Per un’artista, che si è un po’ defilata come me, è una pugnalata al cuore. Sarebbe molto più apprezzato, invece, se venisse chiesto: “Quand’è che ci proporrai qualcosa di nuovo?”.»

Una domanda che Cecilia Syria Cipressi rivolge a sé stessa.

«Certo che avrei voglia di tornare a Sanremo e di realizzare dischi nuovi! Grazie alle richieste che fortunatamente non mancano, lo sto prendendo seriamente in considerazione.»

Donna, cantante, attrice. Interprete a 360 gradi del suo mondo, tra pubblico e privato.

«Sono una quarantasettenne che ha acquisito le proprie certezze e che non è più inquieta come una volta. Ho la sensazione di poter fare quello che posso, nel modo più onesto, evitando di soffrire. E, se certe cose non dovessero più funzionare, non avrei paura: c’è già pronto il piano B.»

www.musicaintorno.it

PDFStampa

Related posts