GRAZIA DI MICHELE: «COMBATTO LE BATTAGLIE IN DIFESA DELLE DONNE!»

C’è un doppio progetto editoriale che la vede protagonista:

un nuovo disco, “Sante bambole puttane” (EGEA), scritto con sua sorella Joanna, e un romanzo, il primo, intitolato “Apollonia” (Castelvecchi editore).

Grazia Di Michele sceglie due linguaggi della comunicazione per diffondere il suo messaggio: la melodia e il racconto permettono all’artista romana di raccontare ciò che da sempre più le appartiene, il mondo delle donne. L’universo femminile è complesso ma straordinariamente affascinante, composto di piccole sfaccettature in grado di mostrare originalità e unicità.

Grazia, perché hai voluto esplorare l’universo femminile?

«Perché pensavo fosse poco esplorato. Nel panorama musicale, quando ho iniziato, non c’erano cantautrici e tutta la condizione femminile, le problematiche, i sentimenti, la percezione di sé e del mondo di una donna erano terreno vergine su cui cominciare ad indagare, anche in maniera poetica, attraverso canzoni, come facevamo io e mia sorella Joanna.»

Le donne vivono sentimenti nascosti, spesso non compresi. Qual è la modalità con la quale vorresti essere presente nella realtà sociale, oltre alla musica?

«Lavoro molto sulla nuova generazione di cantautrici, cercando di offrire collaborazione, visibilità, occasioni per farsi conoscere. Ho appena pubblicato un album, “Sante bambole puttane”, in cui racconto dieci donne da una prospettiva particolare, cercando di farle uscire da quelle gabbie concettuali in cui si ritrovano loro malgrado. Sono storie ordinarie e a volte dolorose su cui soffermarsi e ragionare, non solo il tempo di una canzone. È uscito un mio primo romanzo “Apollonia”, un racconto di formazione di una donna nata e cresciuta in un paese del Sud. Lotto per tutte le battaglie in difesa delle donne, la mia attenzione verso il nostro universo è massima.»

Uomini e donne sono capaci di vivere una vita nei loro mondi paralleli senza mai incontrarsi. Forse dipende da un semplice compromesso?

«Molti uomini e donne non si incontrano nelle loro sensibilità, priorità o modi di intendere la vita o un rapporto a due ma ne conosco tanti che viaggiano felicemente sullo stesso binario, senza compromessi, con amore e intelligenza.»

Condividere i sentimenti significa avere un’ottima complicità con il proprio partner. È difficile?

«Dipende dalle persone, non è una questione di sesso ma di maturità, anche emotiva.»

Infanzia, adolescenza, maturità. Che ruolo svolgono questi percorsi nella vita di una donna?

«Svolgono un ruolo di formazione e consapevolezza.»

Raccontare storie con la musica coinvolge il pubblico, forse è la comunicazione più diretta e pertanto più efficace. C’è una tematica a cui sei particolarmente legata durante il tuo percorso musicale?

«Ne ho toccate tante, dai temi sociali, ai miei rapporti d’amore, all’esplorazione dei miei sentimenti materni o filiali. Mi guardo dentro e in giro continuamente, stimoli non mancano davvero.»

L’universo femminile affascina per la sua bellezza e per la sua originalità. Come riesce a vivere il quotidiano una donna proiettata nel XXI secolo?

«Lo vive cercando di non mortificare mai il suo essere donna e la sua femminilità, e lottando ogni qual volta un’idea, un uomo, un principio possa offuscare la sua bellezza.»

 

Francesco Fravolini

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