ELVIS COSTELLO, THE IMPOSTER IS BACK!

Di Gino Morabito

On stage il genio in musica di Declan Patrick MacManus, l’uomo che si scelse il nome del re del rock e divenne uno dei più grandi artisti di tutti i tempi. Dal punk alla Deutsche Grammophon, dal crooning pop alla riscoperta delle radici folk americane. Per Elvis Costello quasi mezzo secolo di carriera all’insegna delle metamorfosi e di rabbia acida nelle vene.

In tour a gennaio con la sua band, gli Imposters, per una nuova serie di concerti. Il programma di ‘7-0-7’ dell’acclamato cantautore di origine inglese include un set al ‘30A Songwriters Festival’ e uno spettacolo da headliner allo storico ‘Ryman Auditorium’ di Nashville. Sul palco sarà affiancato da Charlie Sexton.

Lo scorso anno aveva iniziato con dieci serate al ‘Gramercy Theater’ di New York.

«Avrebbero dovuto essere cento canzoni in dieci notti, ma in realtà ne abbiamo fatte più di duecentotrenta. E non è stato solo per mettermi in mostra, quanto piuttosto per poter raccontare una storia ogni volta diversa.»

Il processo di scelta delle canzoni.

«Non dico di improvvisare, ma credo che si debba sempre lasciare la porta aperta alla sorpresa. Una canzone può venirmi in mente in un attimo, soprattutto quando sono da solo. In genere, buttiamo giù una lista di brani, che soddisfi ciò che pensiamo il pubblico voglia sentire. L’importante è che non diventi una sorta di esercizio nostalgico e prevedibile. Altrimenti potreste rimanere comodamente a casa a suonare i vostri dischi e sareste ugualmente felici.»

Una storia con l’Italia, che non è poi così lunga.

«Sono stato già a Roma molte volte ma non ho suonato lì agli inizi della carriera, così come non ho suonato a Milano fino a metà degli anni Ottanta. Il grado di conoscenza del luogo in cui mi esibisco cambia anche il modo in cui – di serata in serata – pianifichiamo lo spettacolo.»

Non ci sono due canzoni uguali nel suo repertorio e neanche due esecuzioni riproposte alla stessa maniera. Sul palco momenti intimi, quasi sussurrati, e ruggiti rock. Tra brani classici noti al grande pubblico e rivisitazioni sorprendenti, un viaggio al centro della musica.

«La musica è tutto quello che ho raccontato finora e che continuerò a raccontare di me. Non c’è una definizione univoca di ciò che sento e non è semplice da spiegare a parole. È il mio pane quotidiano, ciò che mi prende dentro. Sono un musicista ed è questa la mia occupazione. E, all’interno di quest’attività, ricerco momenti di ispirazione, di illuminazione. Qualcosa che si può anche avvicinare a ciò che chiamiamo spiritualità.»

www.musicaintorno.it

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