BARBARA DE ROSSI, PORTA IN SCENA IL SUO ESSERE DONNA

Di Gino Morabito

La consacrazione definitiva arriva con il personaggio della giovane marchesa eroinomane Titti Pecci Scialoia nella prima serie de “La piovra”. Tra fiction e vita reale, le avance subite e il coraggio di dire no. Quello stesso coraggio e determinazione con cui Barbara De Rossi continua a battersi per i diritti delle donne, anche senza l’amplificatore della tivù.

Insieme al mattatore Gianfranco Jannuzzo e Martina Difonte, nel ruolo di Alice, danno vita a “Il padre della sposa” con la regia di Gianluca Guidi. Una commedia che, su e giù per lo Stivale, continua a mietere successi, grazie a un cast straordinario che si completa con la partecipazione di Roberto M. Iannone, Marcella Lattuca, Lucandrea Martinelli e Gaetano Aronica.

Quando il produttore Francesco Bellomo le ha proposto il ruolo di Michelle aveva in mente un’idea ben precisa.

«Qualcosa di molto spassoso. Come nelle versioni cinematografiche interpretate da Diane Keaton e Steve Martin, e prima ancora da Joan Bennett al fianco di Spencer Tracy.»

Quella era l’America degli anni Cinquanta, che segnava l’inizio dell’età dell’oro. Questa è invece l’era del web.

«È un’età che non mi piace. Sono figlia di quei tempi in cui regnava il buongusto e si arrossiva per pudore. Oggi è tutto scoperto, tutto esposto. È forte la necessità di esserci, anche senza nessuna ragione.»

Lo straordinario successo di “Storia d’amore e d’amicizia” e poi, con la saga diretta da Damiano Damiani, tutto cambia.

«“La piovra” fu una vera esplosione. Ha significato un nuovo linguaggio, coniato da Damiano Damiani, per cui da quel momento la mafia fu chiamata “la piovra”. Abbiamo anche lanciato un diverso modo di fare televisione e, per la prima volta sul piccolo schermo, sono state raccontate le connessioni con la politica.»

Un’Italia che ha raccontato attraverso programmi di cronaca come “Amore criminale”, denunciando storie di vittime di quel sentimento.

«Mi occupo di violenza sulle donne dal 1998, quando ancora non c’erano trasmissioni di denuncia. Oggi continuo a farlo attivamente anche attraverso la mia associazione “I diritti civili nel 2000, salvamamme salvabebè”.»

Donna dotata di grande ironia, Barbara De Rossi riveste i panni di una moglie che allevia le ansie del marito preoccupato per la figlia. Dall’amore alla gelosia, la prova d’attrice di una donna che ha profonda consapevolezza di sé stessa e degli altri.

«Sono capace di grande comprensione e sopportazione. Cerco sempre di capire chi ho difronte, le situazioni, di ragionare. Perché l’istinto vale fino a un certo punto, poi è necessario usare la testa.»

Una commedia che piace da nord a sud, senza distinzioni di età e di genere, arrivando al cuore della gente.

«Ci si arriva quando non la deludi. Con onestà, verità e coerenza. Ecco, se si affrontano la propria vita e il proprio lavoro, restando coerenti con sé stessi e raccontando ciò che si è, la gente lo riconosce. E se lo ricorda.»

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