“FORSE NON È LA FELICITÀ”, MA IL TALENTO DEI FASK C’È E SI SENTE!

FASK 01_musicaintornoQuattro baldi giovani barbuti provenienti da Perugia si ritrovano nel lontano 2010 e cosa fanno? Formano una band. Sì, ma non un gruppetto così, alla buona. No, i quattro decidono di fare le cose per bene e danno un nome parecchio cool al progetto: Fast Animals and Slow Kids (FASK per gli amici).

Sarà grazie a questo e ad altri mille motivi che l’impegno viene ripagato con un buon successo e la loro musica si arricchisce di tanta esperienza sui palchi e dell’affetto di chi li segue e sostiene.

Arriviamo quindi al quarto album Forse non è la felicità, uscito il 3 febbraio 2017 con la Woodworm Label, che porta i FASK in tour per tutta l’Italia già da inizio marzo, con il grande risultato di avere parecchie date sold out! Dopo questa breve, ma intensa premessa, non possiamo che addentrarci con curiosità nelle sonorità della band.

FASK 02_musicaintornoIl tutto parte con Asteroide un inizio arpeggiato, calmo, poi si anima e si carica come una molla e da qui cominciamo a capire con chi abbiamo a che fare. A seguire, Giorni di gloria: una song venata di punk, estiva e carica di una sorta di protesta. Mi ha ricordato una band chiamata The Ataris. Tenera età è più matura, seria e poetica, articolata nella musica che si fa distorta e graffiante, come fanno i Muse, forse la più bella finora.

Annabelle è un ritorno a sonorità più punk e canzonatorie, con tanto di coro da stadio, ma non lasciamoci ingannare: c’è amarezza e delusione nel suo testo. A tal proposito, è presente un video meravigliosamente simpatico di Annabelle, non dico altro…

Fiumi di corpi è al limite del rock, una proposta di fuga a una persona amata; una corsa verso una realtà diversa e meno banale di quella attuale. Montana è particolare. Dopo un inizio pacato, si arriva a tempi diversi, sviluppi incerti musicalmente parlando, riprese veloci. Non il pezzo che ho preferito. Capire un errore ha uno sviluppo molto simile al pezzo precedente, frase ripetuta più volte. 11 giugno nuovamente mi ha ricordato musicalmente i Muse; il testo mostra il lato più maturo della band attraverso parole crude, un’empatia sui sentimenti di odio e rancori, a tratti confusa e rumorosa.

Ignoranza, la traccia migliore di tutto l’album per la sua personalità, le parole concrete e la melodia accattivante ed energica; un motto che live potrebbe avere un grande impatto.

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Giovane inizia apparentemente in modo pacato, si sfoga verso metà e un finale che riprende da dove è partito. Particolare nel suo insieme, quindi un pezzo apprezzabile.

Forse non è la felicità sembra proprio scritta per concludere il lavoro svolto della band. È un po’ in stile Vasco, ma non perdetevi anche qui il video che ho trovato grandioso, perché mostra dei ragazzi che, non solo sanno suonare con cognizione, ma sono capaci di ironizzare su sé stessi, prendendo e prendendosi un po’ in giro.

In fondo, i FASK piacciono anche per questo essere quel tantino folli. Forse non è la felicità, ma la semplicità del loro talento a renderli unici e speciali, anche a chi non ama il genere che propongono.

 

 

Silvia C.

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