AUTOSTOP, IL POP BRIOSO DI RICCARDO D’AVINO

Di Giandomenico Morabito

Il cantautore Riccardo D’Avino si propone nella scena musicale nazionale con un nuovo lavoro che s’intitola “Autostop”. Questa raccolta ha inizio col brano “Il prossimo treno”, che si consolida nella sua venatura autoriale accessibile ma non scontata per parole che riguardano l’idea del viaggio come fuga. “Check-out” è un fotogramma pop nella sua caratura di fruizione, descrivente un io nuovamente in viaggio.

“Fancazzista” è una track divertente su un tessuto testuale di critica sociale, che primeggia nel suo slancio ritmico così coinvolgente. “Questo lato di me” (feat. Roberta Monterosso) si contorna di una melodia tenue, sorretta da un piano delicato che si colora di una narrazione sentimentale ben amalgamata dalla compresenza delle voci di D’Avino e Monterosso.

“Il guru” è un ludo armonioso autoironico, in cui la voce di Riccardo s’esprime nella sua sicumera d’esecuzione. “Primo febbraio” (feat. Solodiego) si celebra nella sua verve leggera e snella, che si basa su versi caratterizzanti una vita reale da musicista (anche questa volta azzeccata la scelta del cantato in duo). “Io non ho niente di speciale” conferma la comfort zone del nostro: pop brioso che vuole colorarsi di positività su un’esistenza da artista veritiera e sincera.

“Voglia di gridare” cova certamente coraggio artistico nella profusione di un certo pessimismo su una nazione che sforna delusioni: qui D’Avino fa sfoggio di un’invettiva che riesce a non lambire il qualunquismo (de gustibus). Infine, “Cascine Vica” è un ritratto le cui note sostentano una visione su un mondo in continuo cambiamento, tra passato e presente. In sostanza, “Autostop” di Riccardo D’Avino è un buon album che può inserirsi nei gusti degli ascoltatori all’insegna di composizioni dirette, giammai banali.

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