TIROMANCINO. CANZONI PER SEMPRE & PICCOLI MIRACOLI

 

Tiromancino Federico Zampaglione 1_musicaintorno«Una cosa ancora volevo dirti:» a conclusione di un lungo confronto sul ring della musica «malgrado la mia lunga assenza, sono state proprio le canzoni che – nel tempo – hanno continuato ad attrarre pubblico, essere riprogrammate e tenere in vita i Tiromancino nel cuore della gente

Dappoi Federico Zampaglione riprendendo: «Quando la canzone la fai dal più profondo del cuore, ci metti dentro qualcosa di vero e riesci ad esprimerlo, ti rendi conto di quel piccolo miracolo della canzone che diventa canzone. E lo è per sempre!»

Ma nella vita di ognuno, i sempre e i mai, vanno verificati giorno dopo giorno.

«Non ne faccio più a lunga scadenza!» l’artista romano, incalzato sui sogni da progettare «Questo l’ho imparato col tempo. Prendo un giorno per volta e, quel giorno, cerco di essere la versione migliore di me stesso; poi, la mattina del giorno dopo, faccio altrettanto.»

Una cosa è certa: i Tiromancino sono tornati alla grande! Con un album sincero, completo, vincente. Versi e sonorità che, “Nel respiro del mondo”, continuano a parlare dritto al cuore di chi li ascolta, trasversalmente all’età. Dopo la data zero del 13 scorso, Federico Zampaglione & company suonano in giro per l’Italia, a partire dal prossimo 28 maggio: raccontano in musica e parole le verità della vita, che a volte – se ti fermi a osservare – riesce a stupire con dei piccoli miracoli.

Tiromancino tour_musicaintorno

Una dimora in riva al mare, un grande visionario e la continua ricerca di nuovi spazi con cui confrontarsi. Una profonda boccata di esistenza per comprendere di voler tornare a casa dalla tua musica?

«Sicuramente sì! “Nel respiro del mondo” segna il mio ritorno al 100%. La musica è sempre stata tutta la mia vita, ma dopo tantissimi anni di attività avevo avuto un momento di stanchezza, avevo perso gli stimoli e non provavo più le stesse emozioni. La musica era diventata un meccanismo e, per diversi anni, mi sono occupato a tempo pieno di cinema, che mi prendeva mentalmente. In quel momento, la musica era stata messa da parte e – col senno del poi – devo ammettere che si è trattato di una mossa parecchio azzardata: lasciare una posizione di quel livello raggiunto (provenivo da tre-quattro dischi di grandissimo successo) e fermarsi per un lungo periodo… be’, non so se lo rifarei. Poi, una prima fase di rientro con “Indagine su un sentimento”, una sorta di nuovo inizio in cui ho dovuto ricominciare praticamente da capo, in un mercato discografico che cambia continuamente; che è basato molto sulla presenza dell’artista, senza permettersi grandi pause tra un disco e l’altro, a volte rischiando di uscire con delle produzioni non eccellenti, pur di restare sulla cresta dell’onda e poi fare i conti con i passaggi generazionali… Quel disco mi ha riportato di nuovo in primo piano nel panorama musicale italiano, ma ho dovuto riconquistare poco alla volta tutte le roccaforti.»

Tiromancino Federico Zampaglione_musicaintornoA proposito di roccaforti… Qual è stata quella più dura da espugnare?

«Sai, sono rientrato in un mondo fatto di social e di rete, che nel frattempo erano dilagati, e la prima necessità è stata quella di dover ricreare una base di contatto con il pubblico, usando la comunicazione in maniera del tutto diversa; un rapporto incentrato sulla quotidianità… Volendo utilizzare il gergo pugilistico, è stato un match di rientro. Questo lungo percorso, però, mi ha portato a capire quanto per me la musica fosse importante, facendomi ritrovare l’entusiasmo e la voglia di rimettermi in gioco. Con “Nel respiro del mondo” credo di aver ritrovato pienamente una dimensione sonora e musicale, e consapevolizzato quale possa essere il mio ruolo – oggi – all’interno del nostro panorama.»

Le luci dell’Avana, che si stagliano all’orizzonte, e cerchi d’onda da cui affiorano echi di Hemingway e Neruda. La tua cura per le ferite dell’anima?

«La mia cura per le ferite dell’anima è la vita e, nella vita, si vince e si perde. L’importante è andare avanti e fare nuove esperienze. Poi, nella boxe, un grande campione si riconosce dal modo in cui perde

Nel silenzio i pesci raccontano la vita che rinasce ogni giorno dal mare. Quella di Federico Zampaglione che tipo di esperienza racconta alla figlia?

«A mia figlia cerco di raccontare la verità, non facendole immaginare un mondo di rose e fiori in cui ognuno ha ciò che vuole e fa come crede; cerco di insegnarle che la vita è fatta di conquiste e soprattutto che niente di quello che ci può capitare è scontato.»

A chi cerca disperatamente l’amore ma non sa scegliere quello che fa sorridere. Una dedica alla caparbietà di quanti rincorrono l’inarrivabile? O la vecchia cara speranza, che non muore?

«La speranza non muore mai, ma purtroppo non ci è dato di controllare cosa succederà nelle nostre vite. Possiamo solo sperare di riconoscere quei piccoli miracoli, che ci accadono, avendo più fiducia in noi stessi. Ma le aspettative troppo grandi, le proiezioni di noi stessi sugli altri spesso non funzionano. Allora, bisogna cercare di vivere e saper vivere con quello che ci viene dato in quel momento. E godere dell’attimo

Di stazione in stazione, passa e va “L’ultimo treno della notte”. Ce n’è stato uno in particolare che hai perso?

«Perso no! Mi sono sempre buttato a capofitto nelle cose che mi appassionavano. Poi, magari, ho preso treni in ritardo e sono sceso da vagoni in corsa, ma non mi sento di dire di averne persi. Anche i treni sbagliati vanno presi, per poi scendere e ritrovare la strasa di casa

1992-2016: 24 anni in un battito di ciglia. Com’è cambiata la descrizione di un attimo?

«L’approccio è sempre lo stesso: cerco sempre di fare qualcosa che mi piacerebbe ascoltare, chiedendomi se quel qualcosa venisse dal nulla, da uno sconosciuto, avrebbe ugualmente un senso, motivo di esistere… Da sempre, quando faccio un pezzo nuovo o un disco, è ciò che mi chiedo. Ricerco nuove soluzioni, e sperimento.»

 

 

Gino Morabito

 

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