QUANDO IL ROSA SI TINGE DI TURCHINO… L’URBAN STYLE DI KETTY PASSA

Ketty Passa01_musicaintornoCapelli turchini, risoluta, intraprendente. Ketty Passa, a breve in tour per la promozione dell’album “Era ora”. Noi di Musica Intorno abbiamo avuto modo di intervistare l’artista della Brianza: schietta, con le idee chiare sul percorso intrapreso e sulla politica musicale da seguire. Eccovi – botta e risposta – il confronto con la cantante, musicista, performer, speaker e conduttrice televisiva.

Il 10 marzo esce finalmente – è proprio il caso di dirlo – “Era ora” il tuo primo album di inediti. Lo hai scritto interamente tu? Chi ha collaborato al disco? Qual è il tema portante? Insomma, ce ne parleresti un po’?

«“Era ora” è un disco che nasce da una serie di collaborazioni, nato due anni e mezzo fa mentre ero in tour. Avevo detto a Max Zanotti, con cui avevo già condiviso molto a livello artistico, di voler fare questo progetto un po’ “urban” – che è un nome che sta iniziando ad arrivare anche in Italia – con delle basi molto ritmiche e ricercate, diverse dal solito pop italiano. Lui stranamente si è dimostrato entusiasta all’idea. Abbiamo fatto questa ricerca musicale e ci siamo anche appoggiati ad alcuni dj con cui poi non è andata avanti. Abbiamo sperimentato ulteriori soluzioni, iniziando diverse collaborazioni e strutturando tutto il prodotto, fino ad arrivare all’abum ultimato…

Ketty Passa05_musicaintorno… È un lavoro molto voluto, molto autobiografico; una sorta di presentazione di quello che sono io come cantante, dato che negli ultimi due anni ho fatto un bel percorso di crescita artistica. Ho scelto di fare questo disco perché in molti credono in me e mi hanno spinto a farlo: i miei genitori in primis. Ho preso coraggio e mi son buttata in questa avventura. Ho scritto i 10 brani volutamente senza cover, un percorso di inediti. È Il mio linguaggio che mi vede protagonista. Il mio miglior punto di partenza. “Era ora” si chiama così proprio perché ci ho messo un po’ a tirarlo fuori.»

L’8 marzo esce in radio il singolo “Caterina”, proprio in occasione della “Festa della Donna”. Una coincidenza? Quanto è importante per te la figura della donna nella società odierna?

«Non è una coincidenza: l’uscita è voluta per l’8 marzo e il 10 per il disco. “Caterina” è una canzone attinente al vero motivo per il quale si festeggia l’8 marzo: il motivo reale non è festeggiare la donna, ma parlare di qualcosa che va oltre. “Caterina” racconta di una tipologia di donna e di persona che fa la differenza, perché fa la differenza rispetto alla massa. Ha un DNA diverso. Sicuramente – in quel contesto – mi è sembrato giusto e coerente mettere un brano del genere, in occasione di questa festa. Una donna ribelle e profonda che riesce a farsi strada nella società, in un’epoca dove tutto ciò non era possibile. Anche oggi il maschilismo in Italia non è superato per niente. La donna ha un’importanza cruciale indubbia: basti pensare al fatto che siamo procreatrici. A volte siamo delle super eroine! È bello omaggiare il mio essere donna.»

A proposito di “Caterina”, è già stata apprezzata durante le selezioni di Sanremo Giovani per la 67ª edizione del Festival, dove è rientrata tra le 60 finaliste. Il video del brano ha superato in pochi giorni 20.000 visualizzazioni: è una grande soddisfazione! Ti spiace non aver fatto parte della gara di questo Festival? Conti di riprovarci più avanti?

«Non so se riproverò. È una delle poche cose che farei come cantante, quando invece non farei mai X Factor, Amici, o un talent del genere. Salire su quel palco sarebbe stupendo, anche se però in realtà non so se riprovarci: con “Caterina” mi sentivo, come dire, al sicuro… Per una persona ipercritica come me, posso dire di sapere che “Caterina” è piaciuta! Vedevo Carlo Conti coinvolto ed è stata una grande soddisfazione per me, anche perché sono un’indipendente. Gli artisti portati in gara da una major hanno sicuramente maggiori agevolazioni rispetto agli artisti indipendenti, tenuto conto del mercato della musica e degli interessi, che portano a considerare “determinati ambienti” non facili. Se non dovessi avere un altro pezzo all’altezza di “Caterina”, non riproverò. Ma mai dire mai. Vedremo…»

Ketty Passa04_musicaintornoRitornando al progetto dell’album, “Era ora” è stato finanziato da una campagna su Musicraiser che ha coinvolto i tuoi fan, superando i risultati prefissati. Ci parleresti di com’è stato sfruttare la campagna di Musicraiser? La consiglieresti?

«La campagna è stata utile e la consiglio, ma a chi ha già una fan page o un seguito; un progetto emergente da zero troverebbe sicuramente più difficoltà. È bene farsi conoscere prima, se no si rischia di fare un tuffo nel vuoto. È vero: io ho iniziato questo progetto da cantante partendo da zero, però ho dei social network con dei numeri medio alti che mi consentono di curare la comunicazione. Chi – come me a livello discografico – ha supporti grossi e vuol fare dei numeri alti, può benissimo sfruttare Musicraiser. Mal che vada si riparte da zero, ma di certo non si perde nulla…

… Senza il crowfunding non sarebbe andata così bene magari. Mi ha dato un’ottima mano, anche perché nasco come indipendente ma ora ho il supporto della 22R.»

Hai portato pura energia live a Milano e Roma, per presentare il tuo progetto discografico. C’è un tour in vista?

«In realtà ho fatto queste due date “zero” per presentare il disco inizialmente, anche per avere dei contenuti video in cui ho suonato nelle mie due città. A Milano ho avuto problemi tecnici, ma è andata in ogni caso molto bene; a Roma, invece, è andata liscia come l’olio e ho avuto davvero tanta gente venuta ad ascoltarmi. La band è pronta e la porterei con me ovunque! Le date sono in fase di programmazione: basta vedere i miei social e seguirmi online per saperne di più.»

Ketty Passa03_musicaintornoStai coltivando dei progetti collaterali?

«Assolutamente sì! A livello quasi paritario oserei dire. Ciò che negli ultimi anni sto facendo è proprio il progetto Rezophonic, con cui uscirà un disco di inediti e di cover sempre nostre, ma rimiscelate. Mi sono sempre cimentata col canto, ma sono anche presentatrice del progetto, perché è una sorta di collettivo di artisti e faremo tanta altra roba.»

… E allora non ci resta che dirti: grazie mille, Ketty, per il tuo tempo e per averci regalato dell’ottima musica!

«Grazie mille a voi di Musica Intorno

 

 

Marco Selvaggio

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