RON CANTA LUCIO! IN MEZZO AL MONDO

Ron 01_musicaintornoGiovedì 12 luglio 2018. È sera al Teatro Antico di Taormina, idealmente trasformato nella nostra “città per cantare”. Direttamente da Lucio! Il tour, che sta portando in giro per lo Stivale, Ron è l’ospite d’onore in cartellone per il Sesto Senso Opera Festival.

L’atmosfera che si respira è quella tipica dei grandi eventi: gli spalti sono pieni, il pubblico straripa, l’attesa è vibrante.

I riflettori illuminano il centro del palco: un’asta, un microfono… e la voce avvolgente di Ron.

On stage dal 1970 (era poco più di un ragazzino quando cantava “Pa’ diglielo a ma’”), negli anni ci ha regalato brani memorabili e autentici capolavori, inanellando una meritatissima serie di successi e dando prova di essere un cantautore tra i più sensibili e raffinati. Prestigiose collaborazioni e duetti con l’amico Lucio Dalla, Samuele Bersani, Francesco De Gregori, Pino Daniele, Gianni Morandi, Claudio Baglioni, Lorenzo Jovanotti, Fiorella Mannoia… e poi ancora Carmen Consoli, Biagio Antonacci, Luca Carboni, Elisa… e l’elenco è ancora lungo da srotolare.

Disvelando «quella gioia, quel dolore, quel mistero che è l’amore, che è il contrario di ogni regola», Musica Intorno ha avuto il piacere di confrontarsi con Rosalino. Da autentico gentlemen della canzone, con atteggiamento informale, ci ha raccontato di sé: dell’uomo e dell’artista. Adesso, miei cari, mettetevi comodi e godetevi la chiacchierata.

Il Rigoletto di Giuseppe Verdi, un tenore, due soprani, un baritono, un direttore d’orchestra e… Ron al Sesto Senso Opera Festival 2018. Come si sente un cantante pop a vedere il proprio nome in un cartellone di lirica?

«Vuol dire che la musica pop, “leggera” ha fatto dei passi avanti. In fondo, credo che ci siamo sentiti sempre un po’ sminuiti di fronte alla musica classica e lirica… Il bello della gente è che ha tanti gusti, non uno solo.»

“Un amore è un amore anche se non ha domani”. Un pensiero che è un incitamento a vivere i sentimenti in pienezza, un inno alla gratuità del donarsi…

«… Un modo di vivere, non solo il presente, ma anche il futuro nella corsa sfrenata ad aiutare gli altri. Perché, solo agendo in questo modo, possiamo avere in cambio qualcosa per noi stessi.»

Ron 03_musicaintorno12 tracce per cercare di riassumere il formidabile percorso artistico di “Lucio!”, col punto esclamativo.

«Racconto Lucio; racconto la sua storia attraverso le sue canzoni, con le sue canzoni, per le sue canzoni

… Una storia immensa e meravigliosa che parte dalla sua infanzia, con quella voglia di scoprire una parte di Lucio che, forse, la gente non conosce per niente. Tutto questo ed altro ancora nel tour che porto in giro, ed è una cosa che mi piace molto.»

Qual è oggi il brano che ti lega maggiormente all’amico bolognese?

«Le canzoni di Lucio sono grandiose.

Diciamo che “Futura” è sicuramente una canzone importante per me, “Henna” è un’altra che mi piace da morire… Nel disco ho selezionato quelle canzoni alle quali ho partecipato maggiormente, anche a livello di arrangiamenti: per cui, da musicista, sono quelle che sento più mie, più vicine a me.»

“Attenti al lupo”, un’esortazione da 1 milione e mezzo di copie. Oggi per Rosalino chi sono i lupi da cui guardarsi?

«1 milione e mezzo di copie! Beh, solo una personalità istrionica come quella di Lucio avrebbe potuto raggiungere un simile traguardo… Il testo racconta di questa coppia di persone che cerca di rimanere in casa per non andare in mezzo alla gente, perché per loro la gente è il lupo; per me, invece, bisogna andare in mezzo al mondo, che sì è un po’ lupo, ma è anche un po’ angelo. Abbiamo bisogno del mondo, non possiamo stare lontani dagli altri.»

Che cosa ti senti di raccomandare alle nuove generazioni?

«Credo che le nuove generazioni abbiano bisogno di essere più se stesse, di non avere così tante persone di fianco che li spostino troppo da ciò che sono realmente; credo anche che debbano avere una propria abitudine a scrivere – sono pochi quelli che lo sanno fare, i talent poi non hanno aiutato e non aiutano affatto i ragazzi che si cimentano nella scrittura dei testi. Saper scrivere ti rende più forte, sicuramente!»

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A proposito di scrittura, quando hai cominciato a buttare giù le prime canzoni?

«La prima musica che ho scritto insieme a Lucio è stata “Piazza Grande”; invece, per quanto riguarda i testi, ho cominciato col disco “Al centro della musica”, che veniva dopo “Una città per cantare”. Ho cominciato a scrivere tardi e ho avuto due persone che, a un certo punto, mi hanno detto: “Non ti aiutiamo più a farli, adesso i testi devi scriverteli tu”. E quelle due persone sono state Lucio Dalla e Francesco De Gregori. Era il 1979, l’anno del concerto “Banana Republic”… Come allora, anche oggi i giovani hanno bisogno di qualcuno che li inciti a farlo.»

Ron 05_musicaintorno“È l’Italia che va” è un brano del 1987. A distanza di trent’anni, dov’è che sta andando la nostra Italia?

«Sta ancora vagando la nostra Italia. Non abbiamo solide piattaforme in cui sentirci al sicuro, non abbiamo i leader carismatici che avevamo negli anni Settanta-Ottanta. Dobbiamo necessariamente fidarci di qualcuno e questo non ci fa sentire tranquilli.»

Ci salutiamo con “La forza di dire sì”, nonostante tutto. Sì, ancora una volta, per che cosa?

«Sì alla volontà di esserci. Bisogna imparare ad essere più generosi e, per essere generosi, bisogna saper dire un bel sì.»

 

Gino Morabito

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