“NETWORK ‘ON AIR!’, LA RADIO A TEMPO DI SOCIAL”, ON SHARING ROSARIA RENNA

«Se io fossi una canzone, sarei mille canzoni diverse: ce ne sono tantissime che mi piacciono. Però, la prima che mi viene in mente è Overjoyed di Stevie Wonder, uno dei miei artisti preferiti. Cosa c’è di meglio dell’essere pieni di gioia?»

Musica Intorno lancia la rubrica Network ‘On air!’, la radio a tempo di social”!

Una serie di approfondimenti inediti nei quali – tra vizi e virtù – le “voci note” di alcuni dei conduttori radiofonici più amati si confrontano sul mondo della comunicazione via etere, condividendo il proprio “essere”: aneddoti gustosi, confessioni tra le righe, pensieri inconfessati… a delineare il lato più umano di ciascun ospite.

Dalle frequenze di Radio Monte Carlo, approda sulle pagine di Musica Intorno Rosaria Renna!

Poliedrica, istrionica, preparata, incantata ma, più di tutto, incantevole e non solo per quei suoi disarmanti occhioni blu che fissano il mondo con lo stupore di una bambina e per quella voce calda premiata con un Telegatto come “Voce più sexy della radio”. Già, perché Rosaria Renna, disordinato ma melodioso mix di una miriade di canzoni di vario genere, innegabilmente, incanta. Incanta per quel perfetto melange di morbida dolcezza e tenace determinazione, di allegra giovialità e incisiva professionalità. “Femmina del Sud”, come tiene a precisare e, in quanto tale, fortemente appassionata. Entriamo subito in una meravigliosa simbiosi comunicativa che trasforma il nostro confronto – neanche a dirlo – in una piacevolissima chiacchierata tra amiche. Giudicate voi…

A dodici anni, quando la maggior parte delle bambine si accinge a riporre i vestitini di Barbie e Ken, tu esordisci in una radio locale di Monopoli, tua città natale. Non si può non definirti un infant prodige!

«In effetti, ho cominciato abbastanza presto a fare radio ma è successo tutto in maniera inconsapevole. La storia è questa: un mio amico, che collaborava con Radio Antenna Monopoli, propose a me e alla mia amica Daniela un programma da gestire in piena autonomia, scaletta musicale compresa, che andasse in onda il sabato pomeriggio e noi accettammo entusiaste! A pensarci era un programma davvero tristissimo che parlava di amori sfortunati e di tutte le paturnie adolescenziali tipiche di quell’età… non ci filava nessuno ma ci divertivamo da morire, era il nostro paese dei balocchi! Io, però, avevo già le idee molto chiare: volevo fare la scrittrice o la giornalista, adoravo leggere e la mia beniamina era Joe di “Piccole donne”. Poi, a sorpresa, all’età di diciotto anni, arrivò il primo, vero contratto a Radio Norba e non mi sembrava vero che mi pagassero per un lavoro che avevo, fino ad allora, svolto gratuitamente!»

Considerati gli anni di esperienza che hai accumulato nel settore, ti propongo di delineare un parallelismo tra gli esordi delle prime radio libere e il conseguente passaggio al digitale, che rende la comunicazione più immediata. Cosa può risultare motivo di imbarazzo durante una trasmissione? Magari potresti condividere con noi un aneddoto simpatico.

«La promiscuità tra radio e social, se da un lato ha reso tutto più immediato a beneficio di una comunicazione senza filtri, dall’altro pone chi lavora in questo mondo in una posizione decisamente scomoda, perché anche un eventuale errore viene segnalato in tempo reale su Facebook, Instagram o Twitter. Ricordo di una volta in cui, durante un discorso “on air”, volevo dire: “Le stelle di Hollywood e le star” ma, non so come, mi veniva fuori: “Le stall di Hollywood e le ster” e sono andata avanti così ad oltranza senza riuscire a correggermi! È finita che dovemmo far partire la canzone perché non riuscivo a smettere di ridere. Io pensavo di aver fatto una figuraccia e invece mi arrivarono svariati messaggi di simpatici complimenti per aver donato, seppur inconsapevolmente, un momento divertente. Del resto, credo che oggi funzionino di più le persone e le situazioni non perfette, in cui è più facile identificarsi: le gaffes e i piccoli errori fanno più simpatia.»

Con l’avvento dei social network anche il modo di fruire la musica ha subito una netta metamorfosi. Consideri questo cambiamento positivo? C’è qualcosa che vorresti potesse ritornare come prima?

«La tecnologia ha indubbiamente cambiato le nostre vite, così come il modo di fare radio e di fruire la musica. A volte mi viene da dire che si stava meglio quando si stava peggio! Ma non ci si può far niente: il progresso è inarrestabile ed è anche vero che dà più possibilità a chiunque voglia farsi conoscere in questi ambienti. Però dei vecchi tempi mi manca l’attesa. Quando attendevi con ansia l’uscita del nuovo disco del tuo cantante preferito e ti informavi, freneticamente, sulla radio che aveva l’esclusiva e faceva ascoltare il singolo a quella determinata ora. Era paragonabile quasi all’attesa della mattina di Natale per poter scartare i regali! Oggi sono gli stessi artisti a gestire la loro musica e le pubblicazioni dei loro lavori: con un gesto semplicissimo della diffusione, in anteprima, di pochi secondi del loro brano in uscita, raggiungono milioni di followers. Io sono una romantica, una nostalgica del tempo in cui si aspettavano ore alla radio per registrare su cassetta la tua canzone preferita… mi mancano quei momenti.»

Per un cantante o una band oggi è molto più facile farsi conoscere ed interagire con il pubblico, attraverso i social media in una maniera diretta e inimmaginabile fino a qualche anno fa, quando venivano considerati un po’ più “miti”.

«È chiaro che, da un punto di vista numerico di followers, un emergente non abbia lo stesso seguito di una star ma è innegabile che questa vastità di scelta faccia perdere un po’ di magia. È come quando vai al supermercato: se trovi 4 prodotti scegli in fretta, se ne trovi 20 risulta più difficile. Per contro, si alza l’asticella, perché il come realizzi il prodotto e la qualità che offri fa la differenza. Tutti possono proporsi, ma tu devi essere più bravo, più creativo e più avanti degli altri. Prendi Chiara Ferragni: immagina che ansia debba avere per raggiungere il numero dei like che le occorrono e per inventarsi, quotidianamente, qualcosa che piaccia ai suoi fans!»

Chi è, a tuo giudizio, l’artista italiano che sta utilizzando al meglio i social con il proprio pubblico?

«Ce ne sono diversi. Uno è sicuramente Jovanotti, che unisce la profondità del suo essere artista con dei contenuti originali. Interessantissima l’idea di fare un tour come happening sulle spiagge. Oggi il vero business non è più il vendere un numero discreto di dischi perché gli introiti veri si hanno con la vendita dei biglietti dei concerti, ecco perché si sta assistendo alle idee più originali per i tour! Tra i più giovani mi piace molto Ghali: si sa muovere bene e, se anche un brand di alta gioielleria come Bulgari lo ha scelto come ambassador, vuol dire che sa farsi notare. Ritengo Ghali uno fra gli artisti giovani più promettenti.»

Rosanna, adesso giochiamo un po’. Quale proposta lavorativa potrebbe farti abbandonare per sempre la radio?

«La radio è la mia vita, potrei accettare solo se mi proponessero di andare a trasmettere dallo spazio! Non posso chiudere le porte alla radio. Potrei accettare di fare un musical a Broadway, per esempio, ma per sei mesi al massimo, non di più. La radio è una malattia per me!»

Ancora oggi ti capita di parlare con entusiasmo e commozione del concerto a San Siro, “Amiche per l’Abruzzo”, organizzato da Laura Pausini in favore dei terremotati de L’Aquila e che ti ha visto protagonista. Immagino ti avrà toccata nel profondo…

«È sicuramente una delle cose più belle che ho fatto, se non la più bella in assoluto. Organizzata in un momento in cui non andava di moda la questione delle quote rosa; una scommessa pazzesca di Laura Pausini che ha una verve formidabile, una vera forza della natura! Non è un caso che abbia sfondato così tanto all’estero. Fu capace di unire, in un unico, indimenticabile, evento, Fiorella Mannoia, Elisa, Gianna Nannini e tutte le donne della radio, insieme a me: La Pina, Nicoletta, Anna Pettinelli, Kay Rush. L’intento era quello di fare qualcosa di concreto per l’Abruzzo. Ricordo lo stadio di San Siro pieno e i brividi addosso… meraviglioso! Ancora oggi mi sento una privilegiata per aver potuto contribuire, nel mio piccolo, a questo evento benefico straordinario.»

Dai Rosaria, adesso voglio riportare alla tua mente ad un altro tipo di brivido: mi racconti di quella volta con Will Smith?

«Bella questa!» dopo aver a lungo riso insieme «Sai che dopo aver conosciuto quel gran figo di Will Smith ho cominciato a pensare che le superstar americane debbano, per contratto, essere disponibili e gentili con fans ed intervistatori? Non come certi attori italiani che, dopo una piccola particina in una commedia all’italiana, ti guardano dall’alto in basso e si atteggiano a grandi VIP! Che dirti? Un giorno mi arriva questo americano stupendo che fa l’amicone e, per un attimo, mi fa sentire come se fosse venuto direttamente dall’altro capo del mondo per passare del tempo con me. D’accordo, magari fingeva, ma io in quel momento ci ho creduto davvero e mi và bene così! Ti rendi conto che avevo Gabriele Muccino da un lato, Will Smith dall’altro, e io al centro con questi due strafighi che mi baciavano? Che storia, ragazza!»

Insomma, Rosaria Renna non si annoia mai: tra gli impegni con la radio a Milano, marito e gatto a Roma, la famiglia in Puglia, le lezioni di pilates, una serata al cinema, le serie in tivù, i libri e le camminate all’aria aperta… Non manca davvero nulla. Brava Rosaria! E soprattutto viva le donne!

 

Brigida Buonfiglio

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