MONICA MICHELI, LA CUCINA È UNA CANZONE D’AMORE

Secondo il Personology è nata il giorno del Linguaggio. La verità è che l’universo della comunicazione attira Monica Micheli da quando, a 15 anni, ha coronato il sogno di gestire un programma tutto suo – “Dirottamento radiofonico” – nella storica Radio Asiago, dopo aver sostenuto un provino-burla in cui le veniva richiesto di presentare Boys boys boys di Sabrina Salerno. A 20 inizia la sua storia con la tivù.

Ma il rapporto più duraturo, da che la nostra ospite ne ha memoria, è una lunga storia d’amore con la cucina.

«Per me la cucina è una canzone d’amore.» ci racconta l’esperta nell’arte del food, declinato nella cucina afrodisiaca di ErosKitchen «In pole position il mondo si dipinge di rosa quando suonano i Buena Vista Social Club.»

I fornelli come spazio creativo in cui dare libero sfogo al proprio estro, in un mix di gradimento, condivisione e quelle #GoodVibrations che, risuonando appetitose, accompagnano il rito gastronomico attorno al focolare. Che sia quello domestico o di un raffinato grand gourmet poco importa. Ciò che conta è divertirsi a… stuzzicare!

Peculiare, visionaria, integra. In breve: non conforme. Chi è Monica Micheli?

«Sono troppe cose: una donna consapevole, una mamma molto presente, un’inestinguibile creativa, un’imprenditrice, una moglie premurosa, un’appassionata di cucina…»

A pensarci bene, quest’ultima definizione riesce a racchiudere tutte le precedenti e le successive…

«La mia formazione è classica, con una laurea in Scienze della comunicazione. Però so di esprimermi molto spesso anche attraverso il cibo. Sebbene non abbia mai conseguito diplomi o completato studi in merito, da che ne ho memoria, i fornelli mi attraggono magneticamente.»

I fornelli come spazio creativo in cui dare libero sfogo al proprio estro, in un mix di gradimento e condivisione, per utilizzare un linguaggio “social”.

«Il primo pensiero dei miei bambini quando tornano il pomeriggio da scuola è cosa preparerò per cena, comprese proposte di menu personalizzati, che vanno dai tortelloni ricotta spinaci fatti in casa (la macchinetta per tirare la pasta è uno dei loro giochi preferiti), alle polpettine nel tajine all’uso marocchino, al risotto con gli asparagi selvatici…»

Mi sembra proprio di vederti, la sera, a celebrare il consueto rito gastronomico attorno al focolare domestico…

«Mi riempie d’orgoglio mettere a tavola la mia tribù la sera e godermi il silenzio di chi mangia non solo con gusto, ma con trasporto ciò che preparo con amore e attenzione. È qualcosa di mistico.»

Una tribù armata di coltello e forchetta, ma – conoscendoti – non mancheranno di certo anche quattro chiacchiere e qualche gossip, tra confessioni rigorosamente in rosa.

«Con le mie amiche c’è l’aperi-qualcosa mensile, un momento di relax al femminile vorrei dire terapeutico, a tema variabile, ma con una certezza: al bere ci pensano loro, agli stuzzichini io!»

Un po’ di sano relax, qualche peccato di gola, un dito di liquore… il tutto condito con anni di esperienza nel settore.

«Tanto che ci ho costruito una professione, approfondendo il tema della cucina afrodisiaca, inaugurando il primo blog tematico al mondo e attestandomi come prima vera esperta dell’argomento.»

Un’esperta nell’arte del food che vive il rapporto con la cucina come una lunga storia d’amore.

«Per me la cucina è una canzone d’amore. Il sottofondo musicale che accompagna soffritti e pentolame varia a seconda del mio umore, ma direi che in pole position il mondo si dipinge di rosa quando suonano i Buena Vista Social Club. Quando devo recuperare energie positive dopo una giornata stressante – tra le altre cose gestisco un’agenzia di organizzazione eventi – mi rivolgo alla prima Alanis Morrisette o ai Planet Funk, anche se attualmente il mio iTunes è popolato da tanto Cosmo.»

Allargando il ragionamento, sarei curioso di sapere quali sono i gusti musicali che gli chef professionisti abbinano ai loro piatti. Ti stuzzica l’idea?

«Beh, domandiamolo a loro! A presto con la mia prima intervista al tuo conterraneo Natale Giunta»

 

Gino Morabito

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