MONICA BROWN, DRITTA AL CUORE DI CHI L’ASCOLTA

Fascino mediterraneo, due occhi profondi e il talento del bel canto. Quel talento che è la base imprescindibile per sfondare.

Fiducia nelle proprie capacità, olio di gomito e perseverare in attesa dell’incontro che può cambiare la sorte… fino a farsi conoscere e amare dal pubblico, condividendo sé stessi attraverso quella musica che è ragione di vita.

Monica Brown è una donna e artista che ha perseverato, intraprendendo quella strada misteriosa e imperscrutabile che porta al successo.

La voglia di spaziare tra generi musicali inesplorati è sempre più forte, e porta la nostra Monica ad affidarsi a un autore del calibro di Umberto Rivarola che scrive per lei Amore assassino.

«È un brano contro la violenza sulle donne. Una canzone d’autore con lo splendido arrangiamento di Nando Di Stefano, che rimanda a quei sapori musicali di Crosby, Stills, Nash & Young.»

Non è pezzo “immediato”. Una certa atmosfera di riflessione perdura per tutto il brano, con una squisita ricercatezza nelle parole, che conferisce spessore a un testo già denso di contenuto.

«Seguendo le strofe, il ritornello può lasciare forse un po’ spiazzati, rimanendo in attesa di un’apertura melodica di impatto. È una sorta di provocazione sonora per far tornare all’ascolto della musica suonata, quella vera, uscendo dai canoni imposti dal mercato discografico.»

L’interprete e autrice romana si evolve, cambia volto, si affaccia alla canzone impegnata. In cammino verso la maturità artistica.

«Il singolo Amore assassino vuole essere il preludio di un album più maturo, che lambisce i sapori del nostro cantautorato e gli intramontabili suoni della West Coast fusi con la melodia italiana.»

Dalla sua musica traspaiono quelle difficoltà e quelle gioie che sentiamo nostre. Le declina nell’album di inediti Semplicemente me!, dove la splendida Non c’è mai una ragione traccia un solco netto tra il prima e il dopo.

«Racconto semplicemente me stessa, in tutte le mie sfaccettature artistiche e caratteriali. Riascoltandomi, provo ogni volta una sensazione diversa, ma quella più importante è la consapevolezza di essere diventata donna; l’essere riuscita finalmente, dopo un lungo percorso di metamorfosi, a capire che dire “no” a volte premia.»

Traspare la vita di una donna forte e coraggiosa, fatta di gioie e delusioni, con un occhio attento alla musica. Quella stessa musica che l’ha avvolta e trascinata come un fiume in piena.

«La musica non è un gioco, ma la colonna sonora della nostra vita. E abbiamo il dovere di renderla magica.»

Nipote del compositore hollywoodiano John Rea, si avvicina al mondo delle sette note, quando una sera scorrono in tivù le immagini di una bambina che si esibisce all’Arena di Verona. L’enfant prodige Nikka Costa incanta con On my own, pura magia. È il 1981.

«La sua voce pura, autentica, calda mi distolse da ciò che stavo facendo e da quel momento in me è nata la passione per la musica. Ogni giorno, tornata da scuola, accendevo il mio stereo e, microfono in mano, davanti allo specchio giocavo ad esibirmi su un palco. Ma, finita la mia esibizione, mi rendevo conto che non c’era nessun pubblico ad applaudirmi, nessun gioco di luci, solo la realtà della mia cameretta.»

 

Lo scontro con una realtà che le fa prendere atto di cosa volesse davvero: riuscire trasmettere al pubblico le stesse emozioni che provava.

«Sono fermamente convinta che gli elementi per raggiungere il proprio successo personale comincino dallo star bene con sé stessi: determinazione, avere fiducia nelle proprie capacità e coraggio di essere autocritici. E poi l’umiltà, l’umiltà è alla base di tutto.»

Dagli esordi come cantante da intrattenimento alla firma del primo contratto per Orange Records Rome. Viene notata dal produttore discografico Nando Di Stefano che si rende subito conto delle potenzialità di una performer in grado di esprimere tutta la propria armonia musicale e la pienezza della voce.

«“Voglio produrti!” – mi disse – “Arrivi dritta al cuore di chi ti ascolta.”. Così è iniziata la mia collaborazione con l’etichetta discografica Orange Records Rome. Poi la collaborazione è diventata un lavoro. Ore ed ore in sala di registrazione: tante idee, tanti fogli scritti e corretti, tante piccole note che, messe insieme, hanno creato musiche straordinarie. Il mio grazie oggi è per una persona sola, il mio produttore discografico Nando Di Stefano che ha creduto in me!»

Umile, determinata, professionale. Monica Brown è la ragazza della porta accanto, con quella capacità di raccontare storie in cui riconoscersi e per le quali non si può restare indifferenti.

«Sono consapevole di avere trovato con la musica un linguaggio condivisibile, ed è meravigliosa la sensazione di entrare, in punta di piedi, nel cuore del pubblico.»

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Gino Morabito

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