LIDIA SCHILLACI, A STAR IS BORN

Tutti i media ne parlano come della splendida performer che, nei panni di Lady Gaga, ha conquistato il pubblico televisivo del venerdì sera di Rai 1.

Lidia Schillaci, nata a Palermo e cresciuta a Castellamare del Golfo, la Sicilia se la porta dentro:

le radici, la cultura, le tradizioni, i colori, i profumi, la gente figlia di una terra da cui zampilla passione. Passione e desiderio di riuscire sono il motore che anima il percorso artistico di una cantante talentuosa che, da corista, sente oggi più che mai l’esigenza di realizzare qualcosa di suo: «Io credo che nella vita niente sia impossibile: quando si vuole veramente qualcosa, la si ottiene.»

Istintiva e metodica, con un’infanzia segnata da terribili abbandoni e grandi abbracci, quando canta Lidia Schillaci la musica arriva dritto al cuore. E che indossi capelli biondo platino, un elegante vestito nero e gioielli vistosi, o che si mostri per quella che è realmente, il risultato non cambia: nel firmamento della musica, è nata una stella!

Per raccontare Lidia Schillaci, partiamo dalla gavetta. Eros Ramazzotti, Max Pezzali, Elisa, ti hanno voluto nei loro tour: esperienze arricchenti che fanno curriculum. Artisticamente cosa sono riusciti a trasmetterti?

«Osservandoli, ho compreso quali sono i sacrifici che un artista deve fare, quanto impegno e quanta dedizione ci vogliono nel proprio lavoro. Artisticamente ho imparato a vedere la musica in maniera diversa: in tour con Eros, ad esempio, ho iniziato a scrivere – avevo vent’anni – e ad occuparmi anche dell’aspetto della composizione, non solo cantare e basta.»

Umanamente cosa ti hanno lasciato?

«Mi hanno trasmesso quell’amore per la musica, che ti porta ad avere una sorta di empatia con il pubblico. Quando canti, la musica arriva dritto al cuore delle persone.»

Lidia, che tipo di impegno comporta passare dall’essere una corista a diventare una vera e propria protagonista?

«Spesso, in Italia, nell’ambiente della musica, quando si fa la corista, si è vittima di alcuni pregiudizi: uno su tutti, fai la corista, non potrai mai diventare solista. Sembra quasi che fare la corista voglia dire non essere una cantante. All’estero non è così: basti pensare ad Aretha Franklin, Anastacia, Whitney Houston, artiste di fama mondiale che hanno iniziato la loro gavetta cantando nei cori. Fare la corista è un lavoro di una difficoltà incredibile: bisogna essere continuamente dentro il pezzo, a volte, addirittura, più precise e intonate degli stessi artisti… Uscire da questo pregiudizio è molto difficile ma non impossibile. Io credo che nella vita niente sia impossibile: quando si vuole veramente qualcosa, la si ottiene.»

Dare un calcio all’impossibile, come motto di vita.

«Superare le difficoltà è il motore che ha sempre mandato avanti la mia vita; superare le difficoltà in ogni ambito, da quello privato a quello lavorativo. Per riuscirci, mi sono sempre impegnata e continuo a metterci tutta me stessa.»

A proposito di metterci tutto sé stesso, “Tale e quale show” è una folle vetrina che mette in mostra un talento già consolidato. Che tipo di futuro artistico stai cercando di costruirti?

«Quello che spero sarà il mio futuro artistico, lo sto già costruendo da tempo. La prima canzone l’ho scritta a diciassette anni e il desiderio di voler uscire come solista, che faccia la propria musica, è davvero grande. È un percorso che richiede una lunga preparazione, non arriva con uno show televisivo. “Tale e quale” ha il merito di dare grandi popolarità e visibilità; è una bellissima opportunità, grazie alla quale riuscire a far sapere alle persone, che negli anni mi hanno sempre seguito con affetto, di un percorso artistico che deve necessariamente sfociare in qualcosa di strettamente personale. Oggi più che mai sento l’esigenza che questo accada, sono pronta a farlo!»

Dunque stai lavorando a un disco tutto tuo…!

«Beh, magari, non solo a uno… Chi vivrà, vedrà.»

Pensi che la televisione possa far bene alla musica? In che misura?

«Tutto dipende da come si utilizza il mezzo. Ho sempre pensato che il “come” sia importante: come si dicono le cose, come si vivono le relazioni, come si affrontano le difficoltà… in ogni campo: nella musica, nel lavoro, nella vita privata, anche nel mondo dei social…»

Qual è il tuo rapporto con i social?

«Senza i mezzi di comunicazione non potremmo far conoscere il nostro lavoro. La musica, come l’arte e la cultura, si nutre del fatto che altra gente recepisca e possa godere della tua opera, e in questo senso i social – se usati “armoniosamente”, tanto per restare in tema di musica – rivestono un ruolo fondamentale. Bisogna saper dosare; riuscire a capire quale sia il limite da non oltrepassare, quali siano i messaggi da comunicare e cosa magari evitare di pubblicare.»

Spenti i riflettori della tivù, si sa poco della splendida performer che ha impersonato Lady Gaga e Giorgia. Chi è Lidia Schillaci nel privato?

«Sono una donna molto dolce, a dispetto di quando entro in scena. Le persone che mi conoscono dicono sempre che, quando salgo sul palco, mi trasformo. Ed è vero, divento una leonessa. Quando mi esibisco, esce fuori tutta la passione che ho per il mio lavoro. Nel privato rimango molto legata alla mia famiglia, che tendo a proteggere il più possibile; sono caparbia e alla continua ricerca dell’armonia. Mi sforzo di scorgere sempre il lato migliore, trasformando le negatività in positività, dentro e fuori di me. L’ho sempre fatto, fin da piccola. Amo sorridere, anche nei momenti di tristezza e pesantezza, perché mi piace trasmettere gioia a chi mi sta vicino. Sul palco come nella vita.»

 

Quali sono i valori che hanno accompagnato la tua crescita?

«Sicuramente il rispetto degli altri, del lavoro, della persona. Da noi in Sicilia l’espressione “portare rispetto” ha un significato profondo. A questo valore si aggiunge l’umiltà, così come mi è stata trasmessa dalla mia famiglia: vengo da origini molto umili, dove non era affatto scontato che io potessi intraprendere la professione di musicista. Ma sono riuscita nell’impresa! Infine, la forza per andare avanti, per riuscire a vedere la luce fuori dal tunnel. La forza per me è un valore.»

Qual è il più grande segreto del mestiere che ti ha svelato Maria Pia De Vito, una delle insegnati di canto più conosciute e apprezzate a livello europeo?

«Maria Pia è una persona che rimarrà per sempre nel mio cuore. È stata la mia maestra e mi ha svelato tanti segreti: uno di questi è quello di riuscire a sentire la musica scorrerti dentro le vene. Ero piccolissima quando ho iniziato a fare canto jazz insieme a lei, avevo solo quattordici anni, la più piccola della classe. Lei mi teneva sempre per ultima e, prima di farmi cantare, mi diceva: “Lidia, fammi sentire”. E io partivo. Proprio quel “sentire” era l’insegnamento di essere tutt’uno con la musica, che non è distaccata da te; ha vibrazioni, energia, sei tu.»

Quali “vibrazioni” ti trasmette la Sicilia?

«La Sicilia me la sento dentro: le radici, la cultura, le tradizioni, i colori, i profumi, la gente… fanno parte di me. La Sicilia mi riporta alle origini, alla mia famiglia: una parte inscindibile di me.»

Oggi Lidia Schillaci si reputa una donna felice?

«Oggi sono una donna felice. Bisogna saper riconoscere quei piccolissimi attimi fuggenti di felicità dentro la propria vita. Perché la felicità arriva e poi va via, e, se non sei già predisposto a viverla appieno, non te ne accorgi neanche.»

Qual è stata l’ultima volta che ti sei lasciata sorprendere?

«Mi lascio sorprendere sempre, sono un’entusiasta di natura. Solo vivendo lo stupore con gli occhi di una bimba, riesco a gustare quei momenti di felicità inaspettata e a farli miei.»

 

Gino Morabito

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