LEMANDORLE, DNA ITALIANO E ANIMA ELETTRO-POP

Indie, pop, cantautorato, il tutto racchiuso in una cornice colorata di musica elettronica.

Questo è il quadro dipinto da Lemandorle, duo musicale che non poteva far altro se non incuriosirci.

Abbiamo avuto il piacere di confrontarci con Marco Lombardo, frontman della band, cogliendo l’occasione della fresca uscita del loro EP, “È ancora presto per un album”, per l’etichetta torinese INRI su distribuzione Sony Music Italy. Nella nostra chiacchierata per Musica Intorno, ci siamo fatti svelare qualche retroscena del passato, il presente artistico, spoilerando qua e là i loro nuovi progetti.

 Si legge che il vostro progetto musicale nasce in coda sulla Salerno Reggio-Calabria negli anni ‘80. Curioso, è davvero così?

«Ho voluto porre l’accento sulla Salerno Reggio-Calabria perché da piccolo facevo questi viaggi della speranza in macchina, ascoltando un sacco di musica e svariate cassette. In particolare, ricordo “Musica è” di Ramazzotti, disco che aveva i primi synth che mi affascinavano e che mi hanno appassionato, a tal punto da essere sicuro quale fosse la mia strada. Quindi sì, Lemandorle probabilmente nascono lì.»

Come mai proprio Lemandorle?

«Lemandorle l’ho sempre avuto in testa, non so precisamente perché, inizialmente chiamavo così le cassette musicali. Tornando, poi, all’infanzia, alle feste patronali… c’erano questi banchetti con le mandorle tostate: le vedevo come un sogno proibito e ovviamente i miei non me le compravano, perché me le sarei magnate tutte. (ride, n.d.r).»

La rivincita personale che ogni bambino poco viziato vorrebbe insomma.

«Eh sì, una sorta di ribellione

“Ti amo il venerdì sera” ha quasi raggiunto i 3 milioni di streaming su Spotify, “Gelato colorato” e “Le ragazze” hanno fatto ballare migliaia d’italiani d’estate. Perché il vostro EP si chiama “È troppo presto per un album”?

«“È troppo presto per un album” nasce appunto come uno statement autoironico, in risposta alle continue domande “ma allora questo album quando esce?”, “a quando l’album?”. In realtà, è come se lo stessimo realizzando un brano alla volta, potremmo chiamarlo “A rate”. L’album ovviamente resta l’obbiettivo principale, ma penso che sarà una raccolta dei pezzi già usciti più qualche inedito

I 3 brani del vostro EP (“Marta”, “Adesso”, “Se tu ti prendi”), sono pieni di personaggi diversi, che, con molteplici intrecci, raccontano delle vicissitudini adolescenziali e di storie d’amore… Se mi venisse chiesto di decidere il comune denominatore dei vostri singoli, sceglierei appunto l’amore. Sbaglio?

«Beh, amore sì, ma mi piace più pensare che il filo conduttore siano le relazioni personali, compreso l’amore ovviamente. Hai capito il “gioco”: è come se all’interno delle nostre canzoni dessimo voce a più personaggi, che possono parlare in prima persona; spesso ci sono dei personaggi che non sono esplicitati e creano un po’ questa confusione di piani. Può essere il protagonista a parlare come un’altra donna o un altro uomo, il nostro intento è proprio questo: lasciare una libera interpretazione ai nostri ascoltatori.»

Siete in tour da quest’estate. Come risponde il pubblico ai vostri live?

«Il live è sempre un’incognita: alcuni sono di fuoco, altri meno. Dipende sicuramente da dove andiamo. Non siamo ai livelli dei top player, ma stiamo girando molto e assaporando il fatto che sia la cosa più bella che possiamo fare. L’obbiettivo adesso è far conoscere sempre di più la nostra musica, che la gente canti le nostre canzoni e si diverta. Abbiamo anche un passato come dj, quindi dal vivo mescoliamo le due esperienze. Non siamo la classica band indie, siamo molto più “club-oriented”, un mix tra un concerto e un dj set.»

Che vi piaccia “mixare” è chiaro: avete anche una vostra playlist di Spotify che si chiama “Radio Lemandorle”, dove aggiungete periodicamente brani diversi. Passate da Lucio Dalla, Battisti a Kanye West e Drake. È un unico pozzo da cui attingete o solo un vostro variegato interesse musicale?

«Siamo davvero ossessionati dalla musica! C’è questa doppia anima: molto DNA italiano (Battisti, Lucio Dalla, Carboni) e questa mia passione per l’hip hop, il rap, fino ad arrivare alla musica elettronica più underground. Il risultato finale è quello che si sente.»

… Tanto è vero che, in vostra vece, parla sempre la musica.

«Abbiamo sempre messo in primo piano la musica, ma è stata una cosa naturale non studiata; magari, andando avanti, ci sveleremo sempre di più. Ma, al momento, non ne sentiamo il bisogno. Siamo in una fase in cui vogliamo far approfondire innanzitutto la nostra musica.»

Ovviamente, vogliamo sapere se avete già progetti futuri da annunciare.

«A ottobre potrebbe uscire una collaborazione, di cui ancora non possiamo dire niente, se non che si tratta di una collaborazione su un singolo non nostro.»

“Una collaborazione su un singolo non vostro”… beh, allora diciamo che, se potessi scegliere un artista italiano con cui lavorare insieme, chi sceglieresti?

«Battiato» laconico il cantautore.

“Siamo due gusti di un sorriso, quest’estate tra la gente, come un gelato colorato”, cantano Marco e Gianluca. Il gelato che ci servono Lemandorle ha davvero tanti gusti e noi vogliamo assaporarli in tutte le stagioni!

 

Matteo Caraffini

PDFStampa

Related posts