LE VIBRAZIONI, UN CARICO DI ADRENALINA PER SENTIRSI VIVI

«Ho una clessidra al posto del cuore» canta Francesco Sarcina, in un dialogo sulla malinconia, la solitudine che un uomo percepisce nel rapportarsi con un mondo che sembra avaro di felicità.

Le Vibrazioni si rimettono il completo buono, per fare ordine e concentrarsi solo sulla musica. In gara al LXX Festival di Sanremo portano “Dov’è”,

una canzone che riflette tanto sull’umanità quanto sui sentimenti, prospettando l’unica soluzione possibile: aspettare per ripartire.

Francesco Sarcina, Stefano Verderi, Marco Castellani e Alessandro Deidda, quattro amici con la passione per il rock e gli anni ‘70, ripartono dalle origini, da quel sound che li ha caratterizzati fin dall’inizio. Continuano a raccontare la storia ventennale di una band, quelle pure vibrazioni senza filtri che, dal palco, si trasmettono cariche di adrenalina al loro pubblico. Solo quella voglia di suonare e stare bene facendo ciò che li rende vivi.

«Ho una clessidra al posto del cuore» canta Francesco Sarcina nella canzone “Dov’è”, in un dialogo sulla malinconia, la solitudine che un uomo sente e percepisce nel rapportarsi con un mondo che sembra avaro di momenti di felicità. Una canzone che riflette tanto sull’umanità quanto sui sentimenti, prospettando l’unica soluzione possibile: aspettare per ripartire.

«Abbiamo voluto fare una ballad, molto 70s, che parla della capacità di rialzarsi dopo una brutta caduta. Quando accade qualcosa di brutto nella vita quotidiana e cadi, o rimani a terra, o sfrutti il colpo che ti arriva per poi ribaltare la situazione.»

Il brano racconta di un amore finito, in cui si innesta la tua vicenda personale.

«C’è tanto di mio, c’è quello che ho vissuto. La musica serve anche a curare le ferite, a vomitare fuori quello che ti ha colpito…»

… E a farti voltare pagina.

«Adesso sto benissimo, sono felice, sono con la mia band, la mia famiglia i miei bambini e faccio la cosa che più mi piace, faccio musica.»

Le Vibrazioni in gara all’Ariston per la terza volta. Francesco, che aria si respira?

«Quest’anno a Sanremo c’è un cast molto bello, Diodato, Elodie, Morgan e Bugo, Elettra, Michele Zarrillo, sono tutti amici, c’è un’aria di condivisione!»

Condividere è un’espressione che mi piace applicare all’arte, quella libera espressione di sé in grado di convogliare sensibilità e creatività in un nuovo punto di vista sul mondo.

«Ho la fortuna di fare arte che è anche un po’ uno sfogo, un modo di condensare le energie, che siano negative o positive, in qualcosa di migliore.»

Si percepisce entusiasmo. Come l’energia sprigionata sul palco del Mediolanum Forum, per celebrare vent’anni di esperienza trascorsi tra gli studi di registrazione, gli album e i live con il vostro pubblico.

«Le Vibrazioni ora sono in un periodo pieno di entusiasmo! Il Forum per il nostro ventennale è stato un punto di arrivo, abbiamo sempre voluto farlo. Ovviamente non è finita qui, per noi è ancora una scalata. Siamo contenti di essere al Festival di Sanremo e poi di cominciare il tour con l’orchestra.»

“Le Vibrazioni in orchestra di e con Peppe Vessicchio”, ovvero il rock di una delle più longeve e attive band del panorama musicale italiano che incontra la musica classica: uno spettacolo unico, in cui Le Vibrazioni presentano tutti i loro più grandi successi in una chiave inedita, con nuovi arrangiamenti ideati e realizzati per l’occasione dal Maestro Peppe Vessicchio.

«È bello poter riarrangiare dei brani che vengono cantati da tante generazioni diverse. Con Peppe nel 2005 avevamo portato a Sanremo “Ovunque andrò” e con lui era stato amore a prima vista. Adoro il suo approccio alla musica, come lavora. Volevo fare un tour teatrale particolare e così ci è venuto in mente di collegare orchestra-Vessicchio. Lui stava lavorando con giovani orchestre in tutta Italia, ci siamo trovati al momento giusto. Abbiamo unito il rock, la musica classica e i giovani.»

 

Gino Morabito

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