LADYVETTE, GIRL POWER A TEMPO DI SWING

Teresa Federico, Francesca Nerozzi e Valentina Ruggeri, in arte Ladyvette. Un trio italiano, frizzante, fuori dagli schemi, che ha riportato in auge lo swing. Sensibili ai temi caldi della nostra contemporaneità, spopolano sui social ottenendo milioni di visualizzazioni. “Valentina è esplosiva, Francesca organizzatissima” e Teresa? Da un interessante confronto con l’autrice dei testi, il ritratto inedito di una donna che racconta le donne.

Ladyvette, trio tutto al femminile, il cui nome ricorda in maniera ironica le “divette” dell’avanspettacolo.

«Siamo appassionate di quel periodo. Ladyvette nasce un po’ per gioco, un po’ per caso. Ci piaceva l’idea di utilizzare un nome che non esistesse e che potesse far sorridere.»

Ogni Ladyvette ha il suo look, i suoi trucchi, la sua spiccata personalità. Ma nella vita reale è tutt’altra faccenda.

«Il look retrò fa parte del nostro personaggio. Quel periodo è una fuga che ci concediamo a livello creativo-artistico. Nella vita di tutti i giorni ci piacciono i jeans, le sneakers, gli stivali più attuali e siamo difficilmente riconoscibili per strada.»

Lo swing delle Ladyvette è stato protagonista anche in tivù, nella fiction Rai “Il paradiso delle signore”.

«Entrare sul set della fiction è un’esperienza incredibile, sembra di superare una porta spazio-temporale. Abbiamo avuto l’opportunità di partecipare alla prima serie, la cui regia era di Monica Vullo. Una donna molto appassionata di questo progetto, che ha voluto ci fosse un grande rispetto proprio per l’estetica di quel periodo.»

Non solo un genere musicale, ma prima di tutto uno stato d’animo.

«Lo swing è il desiderio di emergere da un momento di difficoltà. Non è un caso che sia nato in un periodo storico molto difficile, dove si soffriva anche la fame. C’erano notevoli ristrettezze, grandi lutti, e questa melodia voleva dare il buon umore e curare le ferite. Ancora oggi infonde speranza, ed è ciò che maggiormente ci piace dello swing.»

Con un inconfondibile stile fatto di gusto retrò e armonizzazioni perfette, Ladyvette pubblicano sui loro canali un nuovo mash up per raccontare le tante sfumature che la violenza sulle donne può assumere.

«In realtà questo mash up ha una storia molto lunga e avremmo voluto già realizzarlo per l’otto marzo scorso, ovviamente in maniera diversa da quello che è uscito poco tempo fa… L’idea originaria si è comunque modificata; è stata una catena, una sorta di domino di pensieri e di ragionamenti. Partendo dalle canzoni, abbiamo cercato delle altre situazioni di vita quotidiana dove il ruolo della la donna è spesso svilito. Ci siamo rese conto che noi per prime, il più delle volte, non ci accorgiamo di questi segnali e comportamenti inadeguati.»

Drammatici contesti in cui la donna è gravemente maltrattata e subisce senza denunciare.

«È un meccanismo sociale nel quale noi donne siamo troppo immerse, per renderci conto fino in fondo di ciò che ci capita. A volte le donne, quando subiscono violenza in casa, non vengono sostenute nemmeno dai familiari, che, al contrario, tendono a sminuire l’accaduto. Come spesso è capitato, nemmeno le autorità sostengono sempre le donne in difficoltà.»

Sono state centinaia le risposte ai post social delle Ladyvette sul tema della violenza sulle donne, e c’è anche chi si è schierato a difesa degli uomini.

«Quello che ci ha stupito di più è che quei post arrivavano da donne. Alcune dicevano che, in fondo, quando la donna “si comporta male”, il maschio deve pur reagire.»

Sul profilo Instagram del trio swing una raccolta delle testimonianze e dei commenti dei fan, i più significativi.

«Abbiamo raccolto i commenti che ci hanno maggiormente toccato sotto diversi aspetti, da quelli commoventi a quelli più carini. Alcune persone ci hanno confidato le loro storie; altre hanno sfacciatamente affermato che quello che fanno i maschi, denigrando e maltrattando le donne, tutto sommato non è sbagliato.»

Spesso le donne si auto-censurano, non indossano volutamente una minigonna o una scollatura per evitare possibili fraintendimenti con un uomo.

«Anche a me è capitato di non indossare la minigonna, se avevo il sospetto che poteva essere interpretata come un segnale sbagliato, come un invito a flirtare con me. È però un modo di agire sbagliato per le donne, perché ci si censura e, lavorando a questo nostro progetto, abbiamo notato che è una malizia ormai radicata nel pensiero femminile. Credo che noi donne dovremmo fare un grandissimo lavoro strutturale per toglierci questi meccanismi dalla testa.»

 

Eleonora Tredici

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