LA MUSICA DI ALESSANDRA CELLETTI: COERENTE, SINCERA, DI VALORE

Si dice che chi ama gli animali abbia un animo gentile. Se a ciò si aggiunge un’immensa passione per la musica, tanto da dedicarci la vita, la sensibilità diventa massima.

È proprio questo il mood che si percepisce parlando con Alessandra Celletti, una personalità artistica di gran garbo.

Il suo modo di parlare è sereno e pacato, così come pacati e soavi sono i toni di “Love animals”, il nuovo progetto della pianista e compositrice romana: un cofanetto di musica e immagini realizzato con la collaborazione dall’artista visuale Paola Luciani.

In Love animals Alessandra Celletti ha voluto riunire le sue tre più grandi passioni: la musica, il canto e l’amore per gli animali. Quanto è importante avere una passione nella vita?

«Avere una passione, un interesse, qualcosa in cui credere è ciò che dà senso alla vita. È fondamentale non solo a livello professionale, ma anche e soprattutto per vivere meglio la vita quotidiana.»

Ti sei sempre dedicata alla musica strumentale. Quali sono le motivazioni che ti hanno portata a realizzare un progetto in cui, oltre a suonare, canti?

«Ho sempre avuto la passione per il canto, fin da piccola. Poi negli anni ho dato sempre più spazio allo studio del pianoforte, accantonando il canto quasi definitivamente. Il pianoforte è senza dubbio il mio strumento, ma ogni tanto il desiderio di cantare riemerge, forse perché è solo con la voce che riusciamo ad esprimere il lato più intimo di noi. Sono stata davvero contenta di farlo e sto ricevendo feedback molto positivi. Ad esempio, il regista francese Patrice Leconte mi ha scritto: “L’adoro. Little bird è una bella canzone e la voce è meravigliosa.”. È stato di grande gioia e rassicurazione ricevere questo messaggio.»

Raccontaci qualcosa del tuo rapporto con la musica e dell’amore per gli animali. C’è qualche aneddoto che li unisce?

«Sono due cose che mi appartengono fin dalla più tenera età. Non ricordo un momento della mia vita in cui non fossero già presenti l’amore per la musica e quello per gli animali, e non riesco a immaginare un’esistenza senza di essi. Un altro aspetto che li lega e che mi affascina molto è la capacità degli animali di apprezzare la musica. Riescono a sviluppare dei veri e propri gusti musicali: ad esempio, una volta avevo un alano che amava particolarmente un brano di Mozart. Puntualmente, quando lo suonavo, lui si avvicinava, lo ascoltava tutto e poi se ne andava una volta finito. Era il suo brano preferito! Al gatto invece, quando era malato, suonavo sempre una canzone lenta e soave e lui si rilassava così tanto, che potevo fargli l’iniezione e dargli le medicine.»

Una presenza costante quella degli animali nella tua vita. Ma qual è il tuo animale interiore, quello che ti rispecchia di più?

«Non ce n’è solo uno. Mi piace identificarmi nella figura del gabbiano. Adoro l’idea di poter volare e, se potessi reincarnarmi in un animale, credo che sceglierei proprio il gabbiano, per poter volare sul mare. Poi mi rispecchio nel gatto per la sua indipendenza. E nell’asino per la sua capacità di sopportazione.»

E l’animale a cui sei più affezionata?

«Ho amato immensamente tutti gli animali che ho avuto, ma quella di Pedro è una storia particolare. Una volta tenni il gatto di un mio caro amico a casa mia per qualche giorno, per farlo accoppiare con la mia gatta. Nacquero dei cuccioli stupendi. Dopo ben 18 anni il mio amico, che non poteva più occuparsi del suo gatto, Pedro, mi chiese di prenderlo. Io ovviamente accettai e ciò che mi commosse fu che questo gatto mi riconobbe e riconobbe gli odori e gli oggetti della casa dove trascorse alcuni giorni, così tanti anni prima. Lo presi come un segno del destino e accompagnai Pedro negli ultimi anni della sua vita con tanta cura e amore. È una storia che mi è rimasta nel cuore e la racconto in un brano di Love animals, Kitty love.»

Come nasce la collaborazione con l’artista visuale Paola Luciani?

«Qualche anno fa Paola mi contattò sui social per chiedermi di utilizzare un mio brano per una sua animazione. Ebbi così modo di scoprire un’artista di talento e una persona di spessore e ho voluto coinvolgerla in Love animals perché credo che il suo contributo sia un reale arricchimento per il progetto. Dietro ai video che stiamo realizzando c’è un lavoro enorme. Paola fa tutto a mano e artigianalmente: i disegni, i ritagli, perfino i pupazzetti e le scenografie tridimensionali (che potete vedere nel trailer di Kitty love). Ha lavorato giorno e notte e la ringrazio tantissimo per questo.»

Anche in passato hai collaborato con un artista visuale, in quel caso fu Onze. Credi che in quest’epoca così dipendente dall’immagine, la musica abbia bisogno di appoggiarsi a un elemento visivo?

«No, non credo questo. La musica è un’arte autonoma, arriva dritta al cuore senza aver bisogno delle immagini. È pur vero che l’elemento visivo favorisce la diffusione. Infatti, al giorno d’oggi sarebbe impensabile diffondere sui social un semplice file audio senza alcun supporto visuale. Penso però che non sia sempre positivo abbinare la musica alle immagini. Ad esempio, a volte preferisco che, durante i concerti, non vengano trasmesse immagini, perché distolgono dalla concentrazione necessaria ad apprezzare e capire fino in fondo un brano musicale. In definitiva, direi che dipende dal contesto e che l’elemento visuale va utilizzato quando aggiunge realmente qualcosa in più.»

Continuando a parlare di immagine, quanto conta l’aspetto esteriore per un musicista? Pensi che possa fare la differenza, soprattutto per una donna?

«L’aspetto conta soprattutto quando entri in scena. Ma non parlo di bellezza in senso canonico, parlo più che altro di personalità. È importante presentarsi al pubblico con un’immagine che colpisca e che possa rimanere impressa, anche magari in virtù di qualche difetto. Io ad esempio non mi reputo una bellezza ideale, non ho dei lineamenti perfetti, ma faccio in modo da avere un impatto e affascinare il mio pubblico.»

Abbiamo ascoltato Little bird e guardato i trailer dei video. Emerge una nostalgia di fondo, un senso di malinconia. Victor Hugo diceva: “La malinconia è la gioia di essere tristi”. Alessandra, quanto ti ritrovi in questa frase?

«È una frase stupenda e mi ci ritrovo. La malinconia è una caratteristica abbastanza forte del mio linguaggio creativo. Ma allo stesso tempo io sono una persona gioiosa, chi mi conosce sa quanto io sia allegra e abbia voglia di ridere. Quindi sì, posso dire che la malinconia è una forma di gioia tutto sommato.»

Hai affidato il tuo progetto a Musicraiser e anche in passato ti sei avvalsa di questo strumento. Hai dei consigli per i musicisti emergenti che vogliono sfruttare al meglio il crowdfunding?

«Per prima cosa consiglio di scegliere bene quale piattaforma usare, tenendo presente che il web è pieno di possibilità, ma molte sono fugaci e inconsistenti. Poi, quando si sceglie di utilizzare il crowdfunding, non bisogna dare per scontato che funzioni da sé: pubblicare il progetto e lasciarlo lì in attesa che venga finanziato non è la strada giusta. Intendo dire che è assolutamente fondamentale creare una comunicazione viva e continua con il pubblico, coinvolgerlo attivamente e farlo sentire parte integrante di ciò che si sta realizzando.»

In passato sei stata in tour con “Piano piano on the road”: un pianoforte su un camion e via in giro per l’Italia a tenere concerti in luoghi insoliti. Hai in serbo qualche idea particolare per la promozione di “Love animals”?

«Sì. Non è ancora nulla di definito ma mi piacerebbe molto fare dei concerti nei “santuari degli animali”, dei luoghi dove gli animali vivono in libertà, aiutati da persone che si prendono cura di loro. Molto spesso si tratta di animali salvati da situazioni di violenza e sfruttamento, quindi una causa verso la quale sono molto sensibile. Vorrei portare la musica tra gli animali e tra le persone. Sarebbe molto bello dare un ulteriore senso a Love animals in questo modo, portando la gioia e la bellezza della musica, non solo alle persone ma anche ai nostri amici animali, che possono apprezzarla proprio come facciamo noi.»

Questo intento chiude il cerchio di un progetto coerente, sincero, di valore. Noi di Musica Intorno non possiamo far altro che augurare ad Alessandra di portare a termine la completa realizzazione di “Love animals” al più presto e vederla diffondere musica e amore in un mondo che ne ha sempre più bisogno.

Per saperne di più e per contribuire, vi invitiamo a scoprire il progetto su Musicraiser.

 

Federica Lauda

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