JALISSE, L’AMORE AI TEMPI DEL CORAGGIO

Si incontrano per la prima volta nello studio di una casa discografica. Alessandra in quel periodo concorreva con numerose vittorie a concorsi musicali in Veneto e Friuli Venezia Giulia, Fabio era cantante e tastierista di un gruppo chiamato Vox Populi. Due anni dopo si ritrovano e decidono di lavorare insieme. Nel 1994 formano i Jalisse. Questa è la storia, una lunga storia in musica che dura da quasi trent’anni.

In coppia sul palco e nella vita, Alessandra Drusian e Fabio Ricci oggi affrontano una nuova avventura musicale e pubblicano “Non aver paura di chiamarlo amore”, scegliendo di collaborare con la band metal Teodasia. Un esperimento artistico che celebra l’unione tra melodia e suoni dai colori forti, e infonde coraggio. Quel coraggio necessario per affrontare la vita ogni giorno, a dispetto di tutto e tutti, e continuare ad amarla. E ad amare.

Una nuova avventura per i Jalisse che pubblicano il singolo “Non aver paura di chiamarlo amore”. Qual è la sua storia?

«Il singolo prende il nome dalla commedia musicale omonima che abbiamo lanciato nel 2019, poi ci siamo messi a pensare alla possibilità di crearne anche una canzone. L’intento è quello di invitare le persone a non aver paura, soprattutto nei momenti di emergenza e fragilità. La paura ci rende soggiogati e inermi. Dobbiamo invece sapere esattamente ciò che accade, un po’ come nell’amore. Bisogna avere la consapevolezza di essere innamorati e pensare che qualcuno possa essere felice sentendosi dire “Ti amo”.»

Esperimento riuscito, a giudicare dal risultato, il brano sancisce una collaborazione con il gruppo metal Teodasia.

«Volevamo fare una collaborazione con una band metal, così abbiamo fatto ascoltare loro il provino della canzone e se ne sono innamorati. Siamo davvero felici di questo featuring perché i Teodasia hanno uno stile eccezionale.»

L’unione tra melodia e suoni dai colori forti infonde coraggio. Coraggio per affrontare ogni tipo di difficoltà lungo nostro cammino, come in questo periodo di grave emergenza.

«È proprio questa la responsabilità di ogni artista! In un momento così difficile, in cui non possiamo vendere il nostro prodotto e non si fanno concerti, abbiamo scelto ugualmente di uscire con il brano e un live in streaming. Con “Non aver paura di chiamarlo amore” vogliamo aiutare a pensare e riflettere: è questo il nostro progetto di comunicazione. Se l’idea portata avanti dai Jalisse, che sono Fabio e Alessandra, sarà arrivata anche ai ragazzi, ai giovani, per noi sarà una fortuna. Significherà andare oltre la musica.»

Quella dei Jalisse è una lunga storia in musica che dura da quasi trent’anni. In coppia sul palco e nella vita, Alessandra Drusian e Fabio Ricci si impongono all’attenzione del grande pubblico nel 1997, quando vincono a sorpresa il Festival di Sanremo con il brano “Fiumi di parole”.

«Quando si dice Jalisse e Fiumi di parole, la gente si ricorda subito di noi. Abbiamo sempre lavorato nel settore della musica, dandoci da fare anche con progetti di solidarietà e cercando, ogni volta, di tirar fuori il meglio di noi stessi.»

Da quel lontano 1997 sono cambiate molte cose, anche la musica si è evoluta.

«Beh, la musica con il tempo cambia, si evolve. Negli anni Venti c’era il grammofono, oggi c’è la trap. C’è stata un’evoluzione anche nella produzione dei dischi. Prima ci si spostava per andare allo studio di registrazione e incidere delle tracce audio, oppure si cercava una precisa location perché aveva un’acustica particolare. Bisognava fare la gavetta anche nei locali. I cantanti e i musicisti proponevano le loro canzoni e, se il manager era interessato, li faceva esibire e si occupava di promuovere la loro musica. Oggi invece si può rimanere a casa con un computer e creare il proprio disco in poche ore. La tecnologia, se da un lato ha facilitato molte collaborazioni musicali, dall’altro ha cambiato il modo di ascoltare la musica. E la musica era meglio prima!»

Fortunatamente, oggi come all’ora, la musica è costantemente in ascolto di ciò che accade intorno, con un occhio attento al sociale. Alessandra, so che fai parte del Nuovo Imaie, ci racconteresti qualcosa in merito?

«Come Jalisse siamo molto attenti al sociale, nel senso che ci piace poter aiutare. Io sono uno dei delegati della sezione musica per il Nuovo Imaie che tutela artisti, interpreti ed esecutori. Sono molto felice di essere una portavoce dell’associazione, che nell’ultimo periodo sta promuovendo la possibilità per gli iscritti di poter presentare i propri progetti che sono stati annullati a causa del Covid-19. Così, se in possesso di tutti i requisiti necessari, potranno accedere a un piccolo fondo che, in un momento così particolare, potrebbe tornare utile. Questo, come tanti altri, sono i progetti che ci piace realizzare. Chi fa questo mestiere deve anche adoperarsi per il prossimo.»

Ripensando a un futuro prossimo, in cui si potrà tornare a realizzare i nostri progetti, quali sono i vostri?

«Non vediamo l’ora di tornare nelle piazze con il nostro tour 2020, continuare la commedia musicale “Non aver paura di chiamarlo amore” e poi c’è il musical “9to5” con le musiche di Dolly Parton. Nel frattempo, stiamo finendo di confezionare il nostro ultimo album, un album completamente fatto in casa: Fabio sistemerà la musica e i suoni dal salotto e io canterò dalla cucina.»

E noi non vediamo l’ora di ascoltarvi.

 

Gino Morabito

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