FRANCESCO GABBANI: LA MIA NUOVA PRIMA VOLTA

L’avevamo lasciato emozionarci, emozionandosi, con Viceversa. Oggi Francesco Gabbani ritrova quella stessa carica emotiva proponendosi in un Inedito acustico, nel quale si mette a nudo, con una musica priva di orpelli, così com’è stata creata chitarra e voce, o seduto al pianoforte. Una melodia in grado di suscitare quelle sensazioni tipiche dell’innamoramento, con tanto di sfarfallio nella pancia e l’entusiasmo a mille. Come una nuova prima volta.

 

 

 

 

Francesco Gabbani torna a esibirsi dal vivo: l’1 settembre a Roma; il 4 settembre a Brescia; il 10 settembre al Teatro Antico di Taormina, arricchendo il cartellone del Wave Summer Music, nato da un’idea di Giuseppe Rapisarda Management ed organizzato da Gente in Movimento.

Francesco Gabbani finalmente in tour per tornare a cantare insieme, anche se in modo diverso rispetto al passato. Un passato recente, nel quale, non volendo sottrarsi al richiamo della sua passione, si è anche “suonato addosso”.

«Probabilmente anch’io mi sono un po’ suonato addosso. Dai bagni di folla per la promozione del nuovo disco “Viceversa”, tutto ad un tratto mi sono ritrovato in una dimensione casalinga… e nella mia quotidianità ho avvertito forte l’esigenza di prendere la chitarra, strimpellare, fare dei mini concerti acustici sui social, finalizzati, da una parte a intrattenere per qualche ora le persone da casa, dall’altra a sfogare quella voglia irrefrenabile di suonare la mia musica… illudendomi così, per un attimo, che non fosse cambiato niente.»

Avere tutto un mondo dentro e non riuscire a portarlo fuori.

«Ti fa sentire in gabbia, incompleto, bramoso di quella libertà di esprimersi che è fondamentale per un artista.»

Libertà artistica che trova sfogo nel confronto, nella condivisione, nella comunione con il proprio pubblico.

«Pur essendo in dimensione ridotta, con presenze contenute a mille persone, ho voluto ugualmente propormi in una tournée insolita, perché è forte dentro di me l’esigenza di tornare ad avere un confronto con le persone. Bisogna pur ripartire da qualcosa, e allora eccomi in “Inedito acustico”.»

Orgoglioso di portare in scena uno spettacolo dal vivo per ricaricarsi di emozioni.

«Banalmente, mi è mancato il non poter applicare il concetto della condivisione energetica con le persone, la loro vicinanza, quel calore che si sprigiona sotto il palco. Mi è mancata la risposta emotiva del pubblico!»

Emozioni, umori, sentimenti che, un po’ come affacciandosi nuovamente alla soglia del primo concerto, hanno pervaso la notte prima della ripartenza.

«Ho riprovato quelle sensazioni riconducibili alla fase dell’innamoramento, con tanto di sfarfallio nella pancia e l’entusiasmo a mille. È stata la mia nuova prima volta.»

Sul palco Francesco Gabbani propone il suo Inedito acustico: tra intimismo e leggerezza, il racconto di un percorso artistico fatto di melodie “senza tempo” che suscitano emozioni.

«Oggi viviamo una dimensione che sottolinea molto l’atteggiamento di facciata. E anche nella musica si riflette questa tendenza: una musica pomposa nei suoni, che deve dimostrare qualcosa, con delle produzioni imponenti. Ma, alla fine, quello che rimane è la melodia, così com’è stata creata chitarra e voce, o seduti al pianoforte.»

In scaletta anche i brani di Viceversa, un album che descrive il complesso rapporto tra individualità e collettività, tra la personalità singola e il sistema sociale.

«Per la grafica illustrativa del concetto pensa al video de “Il sudore ci appiccica”, dove ci sono i due Gabbani che rappresentano la totalità di Francesco: da un lato la sua parte più intima, introversa, riflessiva, consapevole dei propri limiti; dall’altro quella sociale, più colorita, sgargiante, con cui l’artista si mostra alla gente. Inevitabilmente, Francesco Gabbani è il frutto della mediazione tra le sue due personalità.»

Un artista profondamente umano, che sorride teneramente pensando a quel ragazzino con le bacchette in mano degli esordi. Mentre guarda al futuro.

«Vorrei si dicesse di me che sono un bravo ragazzo e una persona onesta. Questo mi piacerebbe.»

 

Gino Morabito

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