IL CAMBIAMENTO HA INIZIO DA UNA “BELLISSIMA NOIA”, QUELLA DI NICOLÒ CARNESI

nicolo-carnesi01_musicaintornoNicolò Carnesi pubblica il terzo disco per la Malintenti Dischi, il suo lavoro più maturo: un album dal suono caldo e avvolgente, che parla delle solitudini che accompagnano i protagonisti verso un epilogo catartico e liberatorio, verso una “bellissima noia”.

Davvero un bel traguardo, Nicolò! Come ti senti dopo essere arrivato alla pubblicazione del terzo disco?

«Sì, è una grande soddisfazione, anche perché penso di essere riuscito a fare un percorso autoconclusivo; una sorta di cerchio che – con questo disco – si chiude e che è partito dalla tarda adolescenza, quando le canzoni raccontano lo stato d’animo di una volta e quel modo di vedere le cose, fino a “Bellissima noia” che potrebbe rappresentare l’epilogo del discorso accennato qualche anno fa e ora che si prende il suo spazio, e diventa un po’ più grande. Anche perché fondamentalmente vado verso i 30 anni.»

C’è pure qualcosa della tua Sicilia in questo album?

«Sicuramente sì! Forse non a livello sonoro, anche se scavando un po’ si trova. Il disco l’ho concepito in Sicilia. Sono tornato da Milano per scriverlo a Villafrati (PA), nella casa dove sono cresciuto, nell’entroterra siciliano, cercando di annoiarmi il più possibile. La noia era indispensabile per fare qualcosa di buono. È un titolo che si potrebbe rapportare su tutti e tre i miei lavori. Questo sentimento ha ispirato spesso canzoni e voglia di fare.»

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“Bellissima noia” è un album che vive di tensioni… “Qui si sta male. C’è chi perde i capelli per una coda in tangenziale”. Ci diresti quali sono state le tue fonti di ispirazione?

«Devo dire che parto da una sorta di disagio che ho visto intorno a me. Una perdita totale di alcuni appoggi culturali e sociali. Dentro di me è scattata la di voglia di raccontare quel disagio, ma anche di superarlo, “tanto il mondo resta uguale, quindi cambierò io”. Se non si cambia il mondo in prima persona, non si può fare la differenza con gli altri…

… Piano piano bisogna iniziare a cambiare da sé stessi e far cambiare le cose intorno a sé. È l’esatto contrario dell’omertà, per dirla alla siciliana.»

Viviamo in un’epoca in cui la noia diventa catarsi, per lasciare spazio solo alle persone che non differenziano i cretini dai politici?

«Sì, potrebbe essere interpretata così la mia noia! La noia diventa simbolica in questo disco e rappresenta la voglia di riflessione. Il momento in cui riesci a prenderti del tempo per te stesso e per pensare un po’. Fondamentalmente si tende a farlo poco ormai, anche perché siamo bombardati da input, informazioni, la musica etc. Non abbiamo proprio il tempo per ragionare su noi stessi, e questo perché ci viene un po’ imposto. E noi ce lo facciamo imporre questo bombardamento! Vuoi o non vuoi, siamo sempre al computer, alla televisione… A volte necessitiamo di distaccarci da tutto questo, per riflettere su cosa accade dentro e fuori noi stessi.»

M.I.A. è un brano che colpisce particolarmente! Il titolo da cosa deriva? Ci racconteresti com’è nata l’idea del video?

«M.I.A. sta per “Memoria intelligenza artificiale” e racconta di questa macchina che diventa cosciente e racchiude tutto ciò che è stato fatto dall’uomo e dall’umanità, rimanendo l’unico essere vivente cosciente del tempo. L’idea fantascientifica del pezzo è questa. Il video serve a raccontare – attraverso le immagini – quello che porta M.I.A. dentro di sé: le emozioni e i ricordi di tutto, in buona sostanza. Ho cercato tante immagini e video di repertorio per dare un senso anche simbolico, e ho messo insieme le immagini come fossero a rappresentare l’intera umanità. Simbolicamente penso di esserci riuscito davvero, con delle immagini che vanno da una parte e dall’altra e che raccontano molto: dal sistema solare a una bambina, che accarezza un cavallo e una giostra.»

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In programma un lungo tour in giro per l’Italia. Con che formazione ti presenti al tuo pubblico?

«Sì, il tour è partito il 29 ottobre: Milano, Torino e nord Italia. Tutte le date le trovate sul mio sito e sulla pagina Facebook. Toccherò anche la Sicilia, la mia terra nel periodo natalizio. Per quanto concerne la formazione, invece, i musicisti sono alcuni di quelli che hanno suonato nel disco: quattro on stage.»

 

 

Marco Selvaggio

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