UTO’PIANS VOL.2, UNITI PER UNA NOBILE CAUSA

Di Davide Agrò

Seconda edizione, curata da Raphaelle Thibaut e Jordane Tumarinson, di Uto’pians vol.2 per la Blue Spiral Records. Raccoglie vari artisti sotto lo stesso tetto, uniti per una nobile causa: parte dei profitti sarà donata ad Animals Australia, la principale organizzazione australiana per la protezione degli animali. Quattordici sono i brani che compongono l’album.

La prima track è Mirage di Raphaelle Thibaut, dove una cascata di dolci note descrive un paesaggio onirico. La compositrice di origini parigine apre le danze con un brano tutto d’un fiato, di appena due minuti. Veloce e carico di note.

Temporary shelter from the storm di Arthur Jeffes invece predilige le tastiere, con i suoi intricati incastri e un accenno di percussioni. Sfiora quasi la musica dance, ma è solo una piacevole impressione che lo rende estremamente orecchiabile e fuori dagli schemi.

Di tutt’altro stampo Christopher Dicker con Optis nocturne, un brano lento e romantico eseguito al pianoforte. Il compositore originario di Melbourne in Australia ci delizia con un pezzo estratto dal suo ultimo ep di musica new age.

La grande varietà di stili e artisti ci consente un ascolto eterogeneo, anche se tutti accomunati da un unico strumento, pianoforte o testiere, nelle sue mille sfaccettature. È il caso del minimale David Wenngren con For a kinder world. Un brano leggero, dove le note sembrano sospese nell’aria come gocce troppo deboli per cadere al suolo.

Christina Higham, compositrice australiana, ci fa volare con Hyperspace, romantico ed orecchiabile dal sapore pop; mentre Patrick Delobel ci accompagna per mano a danzare sulle note di Inner sights, un brano che gioca in bilico tra il classico e il contemporaneo.

A dare una sferzata di originalità ci pensa Feryanto con Tree spirit. Avvezzo alla musica d’avanguardia, ci regala un’introduzione tutta da scoprire, ricca di suoni fuori dall’ordinario. Il suo è un brano in continua evoluzione, dove trova spazio anche l’elettronica.

Maestosa introduzione di Midori Hirano in Keep shining. Siamo letteralmente trascinati dall’immensa cascata di note e da quelle al canto, che si infrangono alla fine del primo minuti per sciogliersi in melodia. Pezzo sperimentale ben caratterizzato e molto tecnico.

Gocce di pioggia sono quelle descritte in musica nella suggestiva Raindrops di Marie Awadis. Suoni in reverse e poche note dipingono magistralmente l’immagine che l’autrice vuole suscitare, il tutto supportato da un’elettronica non invasiva.

Più allegro Parasol di Dominique Charpentier, che ci propone un brano leggero, caratterizzato da un fraseggio orecchiabile; mentre Alexandra Hamilton-Ayres, nella sua veloce Dancing trees, si fa accompagnare da un’elettronica suggestiva e spaziale, dove le note velocissime si fanno largo tra echi e riverberi.

The hours prende posto tra i brani di stampo neoclassico, a metà fra una ninnananna e una ballad. Wilson Trouvé ne firma la paternità regalandoci un brano romantico e sentimentale.

Compositore messicano, Oskar Tena ci fa ascoltare la riflessiva Alive. L’inciso iniziale, ripetuto quasi all’infinito, si sostiene da accordi sempre più gravi per poi evolvere in una lenta crescita sonora e armonica.

Chiude la compilation qualcosa che non ti aspetti. Valeska Rautenberg canta e suona You are everything, brano dall’innegabile spirito pop con una suggestiva elettronica e una voce quasi sospirata, che regala un finale mozzafiato.

Ricco, ma soprattutto vario, Uto’pians vol.2 ha un punto di forza innegabile e possente: tanti, tantissimi talenti da scoprire o riscoprire, che suonano nel loro personale stile la musica che amano. Pianoforte o tastiere, elettronica o corde pizzicate, non importa cosa starete ascoltando. Importa solo che sia buona musica.

www.musicaintorno.it

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