LEONARD COHEN: L’UOMO DEI FAMOSI IMPERMEABILI BLU

leonard-cohen01_musicaintornoLeonard Norman Cohen, nato il 21 settembre 1934 a Montreal, Canada, ci ha lasciati orfani della sua musica e soprattutto della sua poetica, lo scorso 7 novembre.

Poeta, romanziere, cantautore. La sua vita artistica conta di 8 volumi di poesie, 2 romanzi, 14 album in studio.

L’ultimo You Want it Darker è uscito poco prima della sua scomparsa, nell’ottobre di quest’anno. Ripercorriamo qualche tappa saliente, degli 82 anni di vita del grande e indimenticabile Poeta della canzone, sebbene questo termine sia sempre risultato “stretto” all’artista che amava definirsi “minore”.

leonard-cohen02_musicaintornoA soli 9 anni perde il padre Nathan e questo tragico episodio, caratterizza in gran parte la sua formazione artistica. Negli anni ‘50, si appassiona di scrittura poetica, con la lettura di Poesie scelte di Federico Garcia Lorca e inizia anche ad avvicinarsi allo studio della chitarra classica.

La sua prima raccolta di poesie Let Us Compare Mythologies la realizza nel 1956, ma è la seconda The Spice Box of Earth del 1961 che lo conduce sulla strada verso la notorietà.

Dopo una breve esperienza presso la Columbia University di New York, ottiene una borsa di studio e lascia il Nord America, viaggia prima in Europa per poi trasferirsi e stabilirsi a Hydra, isola greca dove convive con Marianne Ihlen e il figlio di lei Axel. Ed è proprio in Grecia, terra dove rimane per 7 anni, che, nel 1963 scrive The Favorite Game, ritratto autobiografico, seguito nel 1966 dal secondo romanzo Beautiful Losers che vende oltre 800.000 copie.

La genesi musicale, invece, avvenne a 20 anni con la prima band country-western dei Buckskin Boys. Con loro suona in occasione di matrimoni e inizia a guadagnare qualche piccola cifra. Il denaro, tuttavia, non è mai una priorità nella vita dell’artista, dal momento che la sua famiglia ebrea è agiata. Questo aspetto, tuttavia, non gli vieta di dare valore alle cose e ai beni, anzi, gli permette di capirne l’essenzialità. Concetto, quello della semplicità, che approfondisce maggiormente durante la sua permanenza di 6 anni con un maestro zen in California.

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Dopo i 7 anni in Grecia, torna in America, a Nashville. Nel periodo del folk revival, conosce Judy Collins e fa il suo debutto al Festival di Newport del 1967. Ottiene un contratto con il discografico John Hammond e pubblica nel 1968 il primo album Songs of Leonard Cohen. Lavoro intimista, caratterizzato da atmosfere soffuse tristi e malinconiche che non trovano molto gradimento all’epoca dei più felici e scanzonati hippies. Ad oggi dai critici è considerato la migliore produzione dell’artista canadese, un autentico capolavoro. In quest’album, tra le altre, è contenuta una tra le sue più celebri canzoni Suzanne che è stata tradotta in diverse lingue e registrata anche in italiano da Fabrizio De André.

leonard-cohen04_musicaintornoE come non ricordare So Long Marianne, brano ispirato dalla sua Musa, scomparsa il 28 luglio di quest’anno, che amo pensare oggi nuovamente al suo fianco, in una dimensione altra. Con queste splendide parole l’artista l’aveva salutata in quell’occasione:

“Ti ho sempre amata per la tua bellezza e la tua saggezza, ma non serve che io ti dica di più poiché lo sai già. Adesso, voglio solo augurarti buon viaggio. Addio vecchia amica. Amore infinito. Ci vediamo lungo la strada”.

Nel 1969 esce Songs from a Room, secondo album in studio. Il terzo Songs of Love and Hate, giunge nel 1971 e contiene un altro dei suoi capolavori Famous Blue Raincoat, il famoso impermeabile blu. Altri indimenticabili brani tra i molti che non si possono non citare sono Hallelujah, contenuto in Various Position, ottavo album del 1984 pubblicato sotto etichetta Columbia Records. Un lavoro permeato di riflessioni di carattere religioso, che si apre con la bellissima Dance me to the End of Love. Con I’m Your Man avviene il ritorno della consapevolezza artistica, nel 1988. L’album raggiunge il primo posto nelle classifiche europee e contiene tra gli altri First We Take Manhattan. Personalmente per concludere con episodi degni di nota, nella produzione più “recente” voglio includere Ten New Songs del 2001 con The Land of Plenty e A Thousand Kisses Deep.

leonard-cohen08_musicaintornoParlando del terzo album, ho citato Famous Blue Raincoat. Questo è anche il titolo, nella versione plurale I Famosi Impermeabili Blu del libro realizzato da Massimo Cotto e pubblicato nell’ottobre 2016 dalla casa editrice Volo Libero, con il sostegno del Club Tenco.

In questo volume che contiene un proemio a cura di Vinicio Capossela e la prefazione di Enrico de Angelis (Direttore del Club Tenco), è possibile trovare storie, interviste, testimonianze e disegni originali e inediti. Una lettura che per la varietà e quantità di aneddoti e la ricchezza delle informazioni contenute, non è destinata a farsi “tutta d’un fiato” ma è consigliabile centellinare ogni sezione, dedicandole tempo ed attenzione.

Un viaggio che inizia dalla scoperta della vita del poeta cantautore con 66 storie, prosegue con 9 interviste rilasciate dal 1984 al 2001, per approdare alle “variazioni su Cohen” in cui sono contenute le testimonianze di diversi artisti. Cantanti, musicisti, che hanno voluto essere parte di questo scrigno di pensieri e ricordi. Parole che ad oggi, dopo la scomparsa dell’artista, acquistano maggiormente un valore. Un libro diviso in quattro parti che termina con un “petit cadeau” rappresentato da alcuni disegni realizzati da Leonard Cohen; autentici inediti per molti. E troviamo anche la lettera di Francesco De Gregori che, nonostante la sua proverbiale riservatezza, ha voluto dedicare un personale contributo ad uno dei suoi maestri ispiratori.

Una lettura che avrà modo di arricchire maggiormente la curiosità, la scoperta e l’amore per questo artista unico e indimenticabile.

It’s four in the morning

the end of December

I’m writing you now just to see if you’re better

(da Famous Blue Raincoat).

So Long Leonard, fai in modo che la bellezza della tua anima, continui a risplendere attraverso la tua musica e a trasmetterci emozioni.

 

 

Annalisa Belluco

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