GHALI, L’ICONA DEL POSITIVISMO SU BASE RAP

Ghali è un giovane artista rap italiano di 25 anni, cresciuto a Baggio, un quartiere periferico di Milano. L’origine tunisina, la sua difficile storia da raccontare, i modi e i costumi esuberanti e particolari, quasi unici nel proprio genere, lo hanno reso in pochi anni una delle icone della musica giovanile in Italia.

Inizia ad avvicinarsi molto presto alla musica e già nel 2011 ha contatti con artisti del calibro di Gué Pequeno, entrando a far parte della sua prima etichetta ufficiale: “Tanta Roba”. Nello stesso anno fonda i Troupe D’Elite, con i primi importanti agganci musicali; viene chiamato ad esibirsi in pubblico, la gente comincia a riconoscerlo per strada. Tuttavia la critica, sulla scia della tradizione rap di quegli anni, non riconosce ancora Ghali ai vertici del cosiddetto “Rap game” italiano.

Come specifica lo stesso artista: «Ghali non è il mio nome d’arte, è il mio vero nome. Ghali vuol dire “costoso” ed io, del resto, ho dovuto pagare un caro prezzo per quello che seminato col tempo». Il biennio d’oro arriva tra il 2016 e il 2017. In poco tempo escono le prime hit del giovane artista milanese tra cui “Ninna nanna”, “Pizza kebab”, “Bimbi”, fino al 26 maggio 2017, il giorno dell‘uscita ufficiale del suo primo lavoro da solista intitolato proprio “Album”. In pochi anni Ghali colleziona una serie di singoli di platino, che lo portano in cima alle classifiche italiane; i concerti diventano sempre più frequenti; la gente inizia a prenderlo finalmente sul serio.

«A me e ai miei amici non piace ostentare ciò che abbiamo raggiunto, abbiamo avuto un passato difficile e non dimentichiamo quei giorni; preferiamo piuttosto ostentare emozioni. Quando salgo sul palco ho sempre paura come la prima volta» conclude Ghali.

L’artista sta ora lavorando a progetti che, in futuro, usciranno probabilmente con la sua etichetta indipendente “Sto magazine”. Il messaggio di positività che intende lanciare non è affatto da sottovalutare, perché, del resto, Ghali non vuol dire solo “costoso” ma anche “ben voluto. E – stando almeno agli ultimi anni – il nome non lo ha tradito affatto.

 

Marco Fichera

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