Gli One Dimensional Man ritornano nella scena rock italiana con questo nuovo cd, “You don’t exist” (Goodfellas, 2018). La line up è a tre: Carlo Veneziano alla chitarra, Franz Valente alla batteria e Pierpaolo Capovilla al basso e alla voce. Tutte le canzoni sono state composte dal trio, ma i testi sono stati scritti da Capovilla.
C’è subito da notare l’abilità di Veneziano che, libero riff dopo libero riff, permette a Capovilla di sciorinare i suoi testi in massima agilità. Si pensi al pezzo iniziale “Free speech”, come al secondo “You don’t exist”. Siamo nei territori sonori di un noise-rock a tutto tondo, che sembra abbia nulla da chiedere al facile stilema, men che meno a concessioni easy listening (“In the middle of the storm” e “No friends”). Inoltre, una canzone come “A promise” appare come il manifesto estetico del cd, così diretta all’orecchio dell’ascoltatore attento. Ancora, in “A crying shame” una certa amarezza non certo arrendevole emerge. “In substance” ripete senza stancare il ludo musicale degli ODM: rock ruvido con testi corrosivi.
“We don’t need freedom”, “Don’t leave me alone” e “Alcohol” esplodono in tutta la loro irruenza a varia regola, lasciandoci un senso di estraniazione. La finale “The american dream” è un sarcastico diluvio citazionistico sugli USA. Per gusti alternative.
Giandomenico Morabito