TEARS OF BLOOD – A NEW WAY OF LIFE

tears-of-blood1_musicaintornoI Tears Of Blood (Alexander Guarneri, Diego Cecchetto, Alessandro “Billy” Billiato, Francesco Truccolo) sono una metal band trevigiana di recente formazione che si affaccia al mercato discografico con questo A New Way Of Life, uscito lo scorso 14 ottobre.

Nello specifico, i quattro definiscono il proprio stile alternative metal, etichetta che di per sé vuol dire poco, e infatti – passateci il gioco di parole – il loro lavoro sembra purtroppo poco alternativo.

Come appare chiaro già dall’iniziale title-track, i Nostri pescano a piene mani da un certo tipo di metalcore melodico che fa capo soprattutto ai Bullet For My Valentine: riff di scuola Göteborg sound, vocals melodiche e pulite nei ritornelli, assoli con incroci chitarristici, struttura quadrata e priva di sperimentalismi. Schema che, con sfumature diverse, si ripropone in tutto l’album (“The Day I Die”, “From Dark To Light”).

tears-of-blood4_musicaintornoL’unico sostanziale break è rappresentato da “Cocito”, costruito su pattern modern metal robusti e pieni di groove, in quello stile tipicamente americano che sta facendo la fortuna di band come i Five Finger Death Punch. In questo brano, Diego Cecchetto sfodera un cantato hardcore decisamente molto più convincente rispetto a quello melodico. Più avanti, con lo scorrere della tracklist, si rifaranno vivi alcuni momenti simili, specialmente dal punto di vista strumentale, come nella conclusiva “Last Step To Heaven”.

Le due band citate poco sopra sembrano essere le maggiori influenze dei Tears Of Blood, che di certo non si prodigano per nasconderle.

Nonostante le buone intenzioni, sembra infatti questo il difetto maggiore di A New Way Of Life: un sound derivativo che non giova a nessuno, né agli ascoltatori, né al mercato, né ai musicisti stessi che potrebbero incanalare le ottime qualità tecniche in qualcosa di più personale.

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L’album è pieno di momenti capaci di attirare l’attenzione, ma malauguratamente si trovano in mezzo a tanti altri trascurabili. Fare una summa del meglio delle influenze, cercando di inserire qualcosa di personale, mettendo da parte una ricerca forzata della melodia a tutti i costi – non è detto che easy-listening corrisponda a commercialmente appetibile, in questo settore – potrebbe sicuramente aiutare i Nostri a far parlare di sé con un buon secondo album.

Per il momento il risultato è appena sufficiente.

 

 

Francesco Paladino

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