“QUEI COLORI”, KARBONICA

karbonica01_musicaintornoGià visti in concerto, i Karbonica realizzano finalmente il loro primo full lenght, Quei colori, 2016!

Brani con lievi contaminazioni elettroniche, dalle influenze pop, hard rock, alternative… danno vita a un album, dove a farla da padrone sono le due chitarre elettriche, il basso e la batteria.

La prima canzone del cd s’intitola “L’inganno”: efficace quanto basta per il testo di protesta.

karbonica03_musicaintornoEmerge l’insoddisfazione riguardo ad una quotidianità che non si accetta in un brano come “Pezzo d’Africa”. La seguente “Lei è musica” è testualmente più leggera, ma non per questo banale. Il rock dei Karbonica, ascolto dopo ascolto, intriga ed è godibile (“Quel bisogno che”). La seguente “Quei colori” conferma il dato d’accessibilità della band, sebbene dal punto di vista chitarristico rockeggi con dovizia, perciò lontano da cliché “leggeri”. Inoltre, “La tua rivoluzione” è un pezzo d’impatto, ancora una volta polemico contro un esistente che non riesce a sottrarsi dal limbo di una consapevolezza non pienamente conseguita, anzi annaspante.

Infatti, una canzone come “Scappo via” propone il tema della fuga dalla realtà. “La tua città” prosegue sul leitmotiv della precarietà esistenziale, track sorretta bene dalle chitarre che s’impongono come in ogni episodio del cd, senza strafare. “Ti racconterò” si caratterizza per il suo significato sociale con po’ di sarcasmo. La finale “Libera” è la giusta traccia che spicca per enfasi ribelle, ben guidata dalla voce che si distingue nuovamente per personalità (una costante del cd).

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Decisamente convincenti i Karbonica, all’anagrafe musicale: Riccardo Trovato (voce/chitarra acustica), Herry Found (batteria/percussioni), Giuseppe Puglisi (basso/cori), Marco Miceli (chitarra/cori), Orazio Basile (chitarra).

Possono ambire ad un posto di rispetto nel panorama rock nazionale.

Li aspettiamo dal vivo per gustarne l’estro.

 

 

Giandomenico Morabito

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