Di Giandomenico Morabito –
Ascoltare i pezzi di Carlo Corallo e accorgersi che le sue rime somigliano a una riscrittura in italiano dei dischi dei grandi rapper americani, cresciuti nei ghetti delle città della East Coast. Succede con l’album Quando le canzoni finiscono.
L’hip-hop del nostro siciliano di Ragusa ci coglie subito con la track iniziale Etimologia, che sorprende per un’agilità compositiva formidabile, così gentile nel suo essere romantica. La seguente Un giardino (feat. Funk Shui Project) cova una discrezione sottolineabile nella sua visionarietà, ancora una volta rivolta a una lei immaginaria ed eccellente nella sua struttura melodica.
Amore, violenza, amore svela la validità di questa sorta di diario intimo del nostro, che fa di un lessico personale tutto suo la predominanza del sentimento. Storia di Antonio (feat. Murubutu) s’impone nella sua diretta drammaticità in un ritratto unico di realismo, così contornato da una fantasia testuale che prende.
Il capofamiglia centra una costante del cd, ossia il suono sovente struggente del pianoforte. In questo brano, Corallo fa dell’intimismo sociale il focus del suo significato in versi. Izakaya jazz interlude appare come un divertissement in un coinvolgente cantato divertito.
Elettrodomestici (feat. Anastasio) conferma la credibilità di un hip-hop che fa delle problematicità attuali la sua questione d’essere. Barocco è un affaire urbano, in cui il cantautore scatta un’istantanea molto creativa nella sua caratura espressiva. F.I.E.N.D.S. (feat. Mattak) ci offre slancio ritmico in una canzone che piace per il suo istrionismo ed accessibilità sincera di fruizione. Natura umana ritorna alla riflessività sul rapporto di coppia, che è un episodio stiloso nella sua forma di scrittura.
In conclusione, Quando le canzoni finiscono (feat. Roy Paci) è il suggello definitivo di un’ottica artistica che si fonda nella sensualità e nella sua poeticità correlata (azzeccata la presenza di Roy nel dare pathos a questa song). Che aggiungere? CD consigliato a tutti.
