PETRICORE, L’ESORDIO INTIMISTA DI DANIELA D’ANGELO

Di Giandomenico Morabito

Coincide con un inizio, eppure Petricore è il racconto sfaccettato di una fine. L’esordio solista di Daniela D’Angelo avviene con un disco denso di emozioni.

L’intimismo della cantautrice milanese emerge subito dalla prima canzone dell’album, che è Questo cuore: brano in cui la nostra si serve di una struttura elettronica per suggellare la sua musica. Il modo giusto si segnala per una voce tanto docile quanto diretta nel pennellare un quadro di sensibilità unica.

Suppergiù ci offre invece uno slancio ritmico trascinante, in cui Daniela esprime la sua visione personale con determinazione. Alibi ci lascia planare nuovamente verso i lidi di un esistenziale tribolato, in cui un io sofferente preferisce lo status della solitudine.

Esercitazioni prevede la preminenza di un chitarrismo acustico di rigore, che lancia la voce della D’Angelo negli usuali territori di cura interiore. L’idea ritorna all’imprimatur primigenio di un tocco elettronico avvincente, rivolgendosi ad un tu immaginario con sobrietà di composizione.

Butto giù conferma il dato di una gestalt artistica, in cui la nostra è a proprio agio nel dipingere un vissuto volitivo. Infine, Biscotti e sigarette s’adagia su una vis malinconica, tratteggiando una vita.

Possiamo concludere che la musica di Daniela D’Angelo” si contorna di una policromia di senso, che si configura in una forma canzone snella, a favore di un’originalità autoriale che ne avvalora gli ascolti in divenire. Brava.

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