PATHS, SENTIERI MUSICALI SU TASTI BIANCHI E NERI

 

Classe 1998, originario di Bari, Davide Fasiello compone il suo primo album per pianoforte solo, Paths: un viaggio onirico, prodotto da Blue Spiral Records, che si snoda lungo sette “sentieri”.

Breve e intenso il brano iniziale, path no.1 – Adventure, di appena un minuto e mezzo. Ci apre la strada verso un viaggio alla ricerca di sé stessi, in un climax quasi naturale, un’armonia semplicissima con una chiusura inaspettata.

Sognante e romantico, path no.2 – Francesca’s journey, sembra essere una naturale estensione della prima composizione. Alcune pause durante il brano enfatizzano l’aspettato drammatico e ne fanno un dipinto quasi cinematografico.

Un breve e inaspettato intermezzo musicale alla terza traccia coglie di sorpresa l’ascoltatore. I tasti bianchi e neri non percuotono più corde ma la loro pressione genera impulsi: path no.3 – Always, suonato con un synth, è un diversivo sonoro di due minuti. Solenne e intenso, dai suoni lunghi e stirati simili ad archi, sembra quasi richiamare delle scene hollywoodiane.

Note accarezzate e struggente melodia si apprezzano in path no.4 – Abyss. Dopo il primo minuto e mezzo le note vorticose e veloci descrivono la discesa verso l’abisso, riuscendo a suscitare egregiamente sentimenti di confusione e turbamento.

Decisamente riuscito path no.5 – Forgotten love. Veloce, melodico, cantabile, si ferma a metà della sua corsa, per ricominciare e rinascere dalle sue stesse ceneri. La mano destra corre intensa sulle note fino a spegnersi al terzo minuto.

Path no.6 – Stranded, sesta composizione dell’album, si presenta più articolata, varia, dinamica. L’inizio lento e drammatico cresce si evolve, prende forma; poi si poggia su ritmi più rilassati e riparte di gran lena come a voler riprendere vita sostenuto da pochi accordi. Al secondo minuto sembra voler terminare e invece un exploit musicale dà l’ultimo struggente colpo di coda.

Dal sapore pop, path no.7 – African sunset. Ancora una volta una bella melodia, che si conclude forse un po’ troppo velocemente, lasciandoci con il desiderio di riascoltarla ancora e ancora.

La prima fatica sonora di Davide Fasiello si distingue per il sound orecchiabile, che strizza l’occhio alla colonna sonora e, perché no, al pop senza malizia. Anzi. L’intero album sembra essere stato registrato con un pianoforte elettrico, che non ne diminuisce affatto il pregio e la fattura, rendendolo un moderno prodotto della nuova musica neoclassica.

 

Davide Agrò

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