“ORIGAMI”, PER CHI CREDE ANCORA NELLA MUSICA, NELL’AMORE, NELLA VITA

Joe Barbieri 01_musicaintornoA due anni di distanza da “Cosmonauta da appartamento”, l’oramai affermato Joe Barbieri pubblica “Origami”, il quinto album, per Microcosmo Edizioni/distribuzione Believe, che si concretizza in 11 brani inediti. Lo stesso artista lo ha definito il suo disco più personale, più intimo; quello che lo ha più emozionato durante la lavorazione.

Origami” è un disco pieno di bellezza in ogni sua traccia; è un disco maturo e sincero, che si colloca tra quelli più belli di questo 2017.

L’album si apre con “Un posto qualunque”, che prende già da subito con la lieve voce di Joe, accarezzata da accordi appena sussurrati. Un crescendo lento “dove l’universo sembra un punto ed il mondo è un piccolo cortile, dove ogni cosa può far male ma non può ferire; dove tu mi sei ancora accanto e non hai deciso di svanire da questo scenario che fa male, male da morire”. Ottimo apripista.

“Una tempesta in un bicchier d’acqua” è già più ritmato e gli accordi di chitarra sono più incalzanti. È un cantautorato moderno, che solca confini di fantasie perdute. Molto bello il ritornello: “Una tempesta in un bicchier d’acqua sei per me, testa molesta, languida lingua amabile; prendiamo casa in un condominio di nuvole, una tempesta in un bicchier d’acqua sei”.

“Una cicatrice ed un fior” è la terza traccia dell’album che ci parla di amore. Un brano romantico e nostalgico. La ricerca di un amore che non arriva ma, la ricerca di chi non si perde d’animo; l’attesa di chi ha un amore immenso da donare e che non ha paura: “Portami le cicatrici io le bacerò ad una ad una portami le tue radici io le pianterò, io le sanerò portami le cicatrici io ne farò un fior”.

“Belle speranze” è un brano dalle influenze più jazz. Pensieroso. L’inciso dice tutto: Resti stupita al sole in una meraviglia che sa stordire mentre ti chiedi come il mondo possa ballarti nelle vene lo senti quel rumore? Son tutte le parole che non sai dire ed in silenzio esplode qualcosa che somiglia, direi, alla felicità”.

“Rinascimento”, con la partecipazione tutta da incorniciare di Paolo Fresu, è un brano sublime. Una voce quasi sussurrata, leggera e intima introduce il “rinascimento” di chi si trova di fronte all’indifferenza della persona amata, che non crede più e forse non ha mai creduto. Un punto di ritrovo ma anche di ripartenza nel ritrovare se stessi, nell’aver raggiunto una nuova meta, nell’essere una persona diversa. Un brano che accarezza le corde dell’anima e che ha con sé una forza nascosta paurosa. Una traccia che sicuramente si colloca tra le più intense del disco.

Joe Barbieri 02_musicaintorno“Sincronicità” è un brano leggero, spensierato ed altamente evocativo. Una traccia che inizia morbida, per poggiarsi su una batteria molto soffice. Nello stesso istante in cui baciamo qualcuno, lo abbracciamo, gli parliamo o gli sorridiamo, accade qualcosa di sublime e incredibile nel mondo. La sincronicità degli accadimenti, nei quali si compie un destino insieme a milioni di altri. Un’isola felice in cui rifugiarsi.

“Mia divina” è una preghiera, una richiesta di salvezza. È un brano malinconico. Lento nel suo svilupparsi, mai straziante o noioso. Bello il gioco tra violino e chitarra, che colorano un mondo cupo. Significative le parole di Joe, che racchiudono il brano con “Salvami tu mia divina e portami via da quest’ombra che non sa la pietà, che mi calpesta l’anima che è la mia prigione”.

“Tu mi dimentichi” spezza di netto l’atmosfera cupa precedente. Parte velocemente e la voce di Joe Barbieri è incisiva e vivace, nonostante il brano affronti il tema dell’amore non corrisposto, che lega unilateralmente una persona all’altra. Triste nel suo significato in cui non si riesce ad andare avanti, restando ancorati al ricordo e all’amore non corrisposto, poiché “passa la primavera che non mi guarda neppure e se ne va torna l’inverno e tu sei qua”.

“Testardamente” è un brano che insiste sulla tigna e sulla perseveranza; un chiaro invito a non lasciare andare via, a continuare a bussare alla porta, nonostante possa non aprirsi; l’esortazione a non smettere di chiamare il nome della persona tanto desiderata, con una leggera fiamma che ancora esiste. Alla fine si spegnerà la luce, si chiuderà la porta e addio.

“Pane per i tuoi denti”: le note di piano sostengono la voce di Joe e mettono il giusto pizzico di brio in questo brano spensierato e leggero nel suo scorrere.

“Buongiorno signorina” chiude l’album. È un brano di una poetica unica, sublime e sognante. Amore puro nero su bianco e poi trasposto in musica; una ninna nanna colorata da buongiorno, un’esaltazione di purezza. Il piano accarezza la voce di Joe Barbieri portandola fino a farci sognare con lui. È un brano intimo, rivelatore di un’anima che per alcuni poteva solo essere intuibile, ma che ora prende luce e forma pienamente.

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“Origami” appartiene di diritto a quella categoria di dischi che si può etichettare come capolavoro. E, come ogni capolavoro, merita rispetto e ascolto: va sbranato, divorato da più e più ascolti. Va ricercato negli scaffali dei negozi e acquistato (magari in qualche live dell’artista), perché un disco così merita di essere vissuto pienamente: seduti su una poltrona, sdraiati su un prato o in piedi di fronte al palco. Non amo dare un voto ai dischi, ma questo è sicuramente uno di quelli importanti. Siamo in presenza di un disco che in Italia può avere un certo peso e che spero riesca ad influenzare qualche giovane cantautore, allontanandolo dagli stereotipi radiofonici privi di autenticità.

“Origami” di Joe Barbieri è un disco vero per gente autentica, che crede ancora nella musica, nell’amore e nella vita. Buon ascolto.

 

 

Marco Selvaggio

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