Di Giandomenico Morabito –
Bob Balera scende in campo con Pianeti, una proposta musicale che si fonda su un’idea di rock diretto. Se ne ha subito testimonianza con la prima traccia Solo tu, che è segnata da una ritmica serrata. Dimmi che assume i contorni di un sound fruibile senza che scada nell’easy listening.
Maledetta America ci svela la versatilità di un cantato pregnante, che si snoda complessivamente su un approccio compositivo che non stanca. Veronica è una dignitosissima canzone romantica, infatti slow song di rigore. Perdersi tra gli alberi è un altro episodio riflessivo, caratterizzato da una melodia tenue e via via intenso nel suo pathos.
Rimini sorprende per la sua unicità costituita da un suono contemporaneo, in cui vi è un buon lavoro di tastiera fuso con le geometrie del resto della band. Venezia in autostop designa uno stile soft rock compatto, che è determinato da una chitarristica convincente (una costante dell’album). Ogni domenica si distingue per la sua formula rockeggiante quel tanto che basta per soddisfare gli ascoltatori più esigenti.
L’aquila stabilisce un frame maturo, che si delinea in una visione intimistica, promuovendosi come uno degli step più alti di questo cd. Infine, L’astronave plana nuovamente nei territori sonori di una sezione ritmica avvolgente, che corrobora chitarra e tastiera. Insomma, questo gruppo si evidenzia per una ricerca artistica originale senza troppi orpelli e per una versione rock di straripante energia.