MERCURIO, SPERIMENTAZIONE CANTAUTORALE DI UN PERFORMER

Di Giandomenico Morabito

S’intitola Mercurio il nuovo progetto discografico di Sasha Vinci che canta per rompere il silenzio, per tornare a essere parte integrante di una collettività che necessita di nuove visioni e nuovi dibattiti critici.

La vena autoriale del performer si esprime subito nella prima track di questa raccolta, che è Castelli di rabbia. Il nostro possiede una certa determinazione nella composizione musicale, così fresca e diretta (in Il magnifico volo).

È ardua la via per la realizzazione di musica originale, ma Vinci è abile a giostrarsi tra rock e cantautorato. Non ho paura è un brano pimpante sotto cui si cela un modo di suonare agile nella sua formula.

Mercurio è un episodio riflessivo, in cui il cantautore è bravo a descrivere il suo realismo, così intriso allo stesso modo di simboli. Penna e calamaio conferma la verve di Vinci nel giocare con le parole, regalandoci l’ennesimo quadretto rock.

 

Un giorno senza ore rappresenta una forma canzone smagliante, ritmata a dovere e con una testualità frizzante. Poesie della crudeltà sintetizza la capacità di descrivere in versi del nostro, offrendoci chiaroscuri stilistici, con un omaggio ad Antonin Artaud.

Silenzio decifra nuovamente una strada del tutto personale nell’ottica artistica personale del performer. Infine, Occhi alle stelle determina una visione musicale dignitosissima, che svela i segni di un approccio che è a proprio agio con una poetica tutta sua.

Concludiamo affermando che Sasha Vinci è un buon compositore di canzoni per coloro che non sono avvezzi alle innocue banalità.

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