L’ITALIÒPOLIS TRASOGNATA E ANTICONFORMISTA DI EUGENIO BALZANI

Di Giandomenico Morabito

Quest’album di Eugenio Balzani s’intitola ItaliòPolis, un disco vintage come i vestiti, come i vinili. L’apertura del cd ci è data dal brano Samurai, in cui il nostro fa sfoggio di un certo sarcasmo. Si fa forza subito una vena musicale, che possiamo confermare nella seconda track Clara l.r.d.p., ossia una sorta di proposta cantautoriale dall’aria trasognata ed un po’ anticonformista.

Il luna park dei pazzi segue la scia di una certa stigmatizzazione dei luoghi comuni per mezzo della metafora: episodio che assume i tratti dell’invettiva sociale. L’onda emotiva si serve della memoria per tratteggiare una testualità disillusa: ancora vis autoriale densa d’immaginazione. Io mi ricordo ItaliòPolis ritorna nuovamente sui passi di un’infanzia fertile, sorretta da un piano, da una chitarra e dai fiati per descrivere finalmente un quadretto storico pieno di citazioni artistiche alte. L’albero della vita plana su una dimensione poetica, che s’autentica per via del simbolo.

Sentimentale sciorina parole in libertà sull’amore con una certa inflessione malinconica (“amare è una rincorsa”). L’amore sovversivo si snoda lungo i percorsi dell’anima, restando su una struttura compositiva che non si discosta dai brani precedenti. Sulle strade del jazz è un frame più arioso, in cui Balzani esprime una visione sommessamente divertita. L’undicesimo canto (fiore) varia totalmente la matematica di questa raccolta: gli strumenti in questione si fondono in un’alchimia unica per suggellare un lessico interiore toccante. Infine, Happy birthday Jesus è cantata in inglese, formulando un approccio – se vogliamo – arty al disco.

Concludiamo asserendo che ItaliòPolis è un cd che i buoni ascoltatori di cantautorato italiano possono possedere senza forma di pentimento, esorcizzando così le nevrosi contemporanee con realismo e fantasia.

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