LIONHEART: MATURITÀ, GROOVE, PIACERE LEGGERO

Chiara Giacobbe 01_musicaintorno“Lionheart”, il disco di esordio di Chiara Giacobbe Chamber Folk Band, si presenta impegnativo ma sicuramente piacevole; un disco che unisce sonorità rock accostate ad uno strumento classico per definizione, il violino. Un ascolto leggero, scorrevole ma laborioso.

L’album si apre con “Let you breathe”, un brano dalle sonorità allegre che anticipa il mood del disco.

Bella la voce sostenuta dal violino, che giocherà un ruolo importante nel disco: uno strumento che non va mai oltre, bensì riesce a sostenere e amalgamarsi con la voce e con l’insieme degli altri strumenti. Bella la parte da solista. Un brano breve ma intenso.

Dopo la bella apertura, entra subito in gioco “No more blue”, il secondo brano del disco, decisamente morbido e accompagnato dal violino sin da subito. Una ballad rock niente male. Piacevole da ascoltare. La terza traccia, “Lionheart”, si apre con un arpeggio accompagnato dalla voce decisa di Chiara Giacobbe. La chitarra elettrica colora il brano. Voce leggera e brano piacevole. Il disco scorre. “Pet lion” è una miscela di batteria, basso, accordi di chitarra elettrica e violino. Un brano strumentale, un cocktail di strumenti ben miscelati tra loro. Si ravvisa la maturità artistica dell’artista, presenti i virtuosismi (senza volere strafare). Il brano cresce gradualmente.

“High fidelty” spezza col resto delle tracce, ma ormai il disco procede con la propria identità dritto verso il successo e brani come questo aiutano a staccare la spina e riprendersi un attimo. “I can’t get over you” è una traccia che cresce continuamente. La voce accattivante, il violino che la insegue per poi scomparire. Il testo niente male e l’inciso che fa venire voglia di cantare. “My Mexico” è un brano strumentale di violino, un punto di forza della band e dell’artista. Ma bisogna chiaramente far attenzione a non abusarne, per non annoiare l’ascoltatore e per non rendere il disco monotono. Un punto di forza può anche avere l’effetto opposto se non sfruttato bene.

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“Blessed be” parte con un arpeggio di chitarra acustica e con la voce di Chiara. Molto pulita in questa canzone, in cui viene sostenuta poco dopo da una voce maschile in un duetto in sincro, in cui il violino ricalca la melodia vocale. Un brano semplice e piacevole. “Song for M” è un pezzo giocoso. Chitarre elettriche, voce scherzosa inizialmente e il violino. Si apre con una batteria verso il cinquantesimo secondo. In “Particle physics” la cornamusa è lo strumento che apre il brano, fino a quando non subentra un bel riff di chitarra elettrica a dar sostegno alla voce. Il mood risulta essere sempre leggero. Un rock mai troppo spinto, contenuto, che trova decisamente il tempo di far riprendere fiato, per poi ributtarsi dentro l’ascolto. Molto bello l’inciso.

“No place to hide” inizia quasi silenziosamente. Una voce sempre decisa che viene poco dopo accompagnata da una batteria dal groove incalzante; una voce a tratti graffiata e una chitarra davvero curata. Il violino entra gradualmente, a ritagliarsi il suo spazio tra una parola e l’altra. “Alice” si presenta con una veste più allegra, miscelata benissimo con il solito violino, strumento sempre più protagonista che viene e va a suo piacimento, rivestendo un ruolo importantissimo: colora e trascina, scompare e riappare. Non male! Molto bello l’inciso e il collegamento con la strofa. “Like a light (in the darkness)” è una traccia a sorpresa. Il disco viene chiuso in maniera intima, dolce, introspettiva. Una lirica sussurrata. Un parlato particolare, che evoca sensazioni piacevoli. Due minuti e undici secondi di piacere leggero e libero da convenzioni musicali in cui restare ingabbiati.

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“Lionheart” è un disco ben fatto. Certo, bisogna amare un po’ il genere per apprezzare questo lavoro discografico, soprattutto amare il violino: uno strumento dalla storia così bella e antica alle spalle, che in questo disco viene miscelato a sonorità rock moderne e leggere. Fa venir voglia di imparare a suonarlo. Da ascoltare sicuramente!

 

Marco Selvaggio

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