“LA TERRA DEI RE”: ESSENZA TECNICA E RIBELLIONE A SUON DI ROCK!

Vito Solfrizzo giunge a “La terra dei re”, la sua seconda fatica discografica.

La musica di quest’artista pugliese si caratterizza per un pop-rock d’impatto, che già possiamo cogliere nella track iniziale “Il paradiso dei sogni”. S’afferma un messaggio positivo nella successiva “La terra dei re”, una sorta di speranza che l’ascoltatore dovrebbe far sua. “Profumo di sabbia” è una ballad sentimentale abbastanza pregnante. “Il dono dei furbi” è ancora pop-rock decisamente polemico contro l’ingiustizia dietro l’angolo.

“America” è uno scrosciare di chitarre che celebra gli USA come sacrario del rock. “Senza età” ha un incedere lento per poi confermarsi in un’eruzione d’assoli chitarristici per un viaggio interiore unico. “Cuore di razza” cova addirittura esplicitamente rock duro per la scelta stilistica di Solfrizzo. “Conquiblues” si serve di un testo d’attacco sociale per l’ennesima cavalcata di note. “Mi adatterò” è ancora una ballad che tratteggia l’itinerario artistico del nostro musicista, che non vuole arrendersi all’ostacolo del music business italiano.

“U.R.A. (Utopia Realmente Astratta)” è ancora poliedricità compositiva, se si pensa alle canzoni fin qui proposte, per un’altra avventura musicale coraggiosa. “L’ombra del sole” è l’ulteriore frame di una visionarietà che trova nell’enfasi chitarristica la sua apoteosi. La finale “Una canzone nel vento” è una slow song acustica con tanto d’inserto d’armonica per un testo di valore.

In conclusione, la musica di Vito Solfrizzo si distingue per l’essenza tecnica ed il messaggio di ribellione e fuga dalla realtà provincialistica tricolore. Non è poco!

 

Giandomenico Morabito

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